A cura della Redazione

Non c’ è che dire, il finale di stagione di Gomorra 3 ci ha lasciato con l’amaro in bocca. Sui social nessuno è stato d’accordo con la decisione di mettere fuori dai giochi Ciro Di Marzio ( Marco D’Amore), ancor di più la scelta di farlo “eliminare” da Genny Savastano (Salvatore Esposito).

I tanti fans protestano e minacciano di non guardare la quarta stagione di Gomorra.

Ecco allora che il quotidiano Repubblica intervista Leonardo Fasoli, lo story editor della serie, dove racconta i motivi per cui il personaggio di Ciro è stato “ucciso”.

«Abbiamo fatto un patto narrativo -racconta - non guardare in faccia a nessuno. Raccontiamo una guerra, non ci si può sentire al sicuro. Che dire allora di Attilio, che era protagonista insieme a Ciro e lo abbiamo fatto morire subito nella prima stagione, o di donna Imma, un personaggio importante che tutti amavano e che la logica di quando costruisci una serie consiglierebbe di tenere in vita. È una scelta narrativa".

È la storia di una guerra permanente - continua Fasoli - dove nessuno è mai sicuro di poter sopravvivere, anche se nell'ambito dei clan sei una figura di rilievo, o se apparentemente sei un 'vincitore'. Non puoi mai sapere se il tuo boss ti manda a morire per una stupidaggine, non sai se puoi fidarti del tuo migliore amico perché la caratteristica delle situazioni di guerra è proprio l'assoluta incertezza. Ed è quella che noi vogliamo trasmettere. È connaturata al mondo che andiamo a raccontare. È un mondo tragico quello della camorra, e l'uscita di scena fa parte di quel mondo. Ciro un pò se lo aspetta, da tempo è condannato. Anche se, dopo il suo ritorno, ha cercato una sorta di riscatto fuori da quelle logiche. Ma per lui non c'è più spazio, né all'interno di quel mondo né fuori, perché non gli è rimasto niente».

Cosa inventare adesso, per la quarta stagione, per non correre il rischio di perdere quella fetta di pubblico che sui social minaccia l'addio dopo la morte di Ciro? «Per ogni stagione - risponde Fasoli - abbiamo avuto l'impressione che il lavoro da fare per mantenere o conquistare il pubblico fosse tanto. L'impostazione sarà sempre la stessa: andare dritti con la storia, senza lasciarci condizionare da quello che piacerebbe al pubblico. Di lutti gravi ne abbiamo avuti tanti e ogni volta abbiamo avuto la sensazione che avremmo perso un pezzo di quelli che ci seguivano. Abbiamo ricreato altre situazioni, e ha funzionato».

Infine ci sono i fans che non si rassegnano. E che negli ultimi secondi dell'ultima puntata hanno intravisto, nelle bolle d'aria che sviluppa il corpo di Ciro affondando in mare, un possibile segnale di vita. Tutti pensano che sia un finale aperto, e che Ciro essendo l’Immortale sia sopravvissuto.

«No - sorride Fasoli - noi non facciamo quei trucchi tipici delle serie molto lunghe, dove ci sono personaggi che muoiono e poi rispuntano. Semmai lo dichiariamo subito, com'è stato per Genny che si pensava morto e invece venne inquadrata la mano che si muoveva. Forse in futuro - scherza - potremmo pensare a una serie in cui mettiamo insieme Gomorra e The walking dead e vedere che cosa succede all'inferno, quando tutti i morti si ritrovano insieme».

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