A cura della Redazione

Riceviamo - e volentieri pubblichiamo - la nota che il sindaco di Torre Annunziata, Corrado Cuccurullo, ha fatto pervenire in redazione in risposta all’editoriale a firma di Antonio Gagliardi di domenica 18 agosto, dal titolo “Cuccurullo: La città cambia passo… evitando però passi falsi”.

Alla fine della lettera, Gagliardi fa alcune precisazioni, evitando tuttavia di innescare un contraddittorio tra lui e il primo cittadino.

La nota del sindaco Corrado Cuccurullo

“Ringrazio l’amico Antonio Gagliardi per l’attenzione che ha voluto dedicare, nella settimana ferragostana, alla nomina della nuova giunta comunale da me presieduta. Un’attenzione che si è concretizzata attraverso diverse voci e analisi (dapprima un’intervista al capogruppo del PD Fabio Giorgio, poi all’ex segretario del PD Giuseppe Manto e poi un editoriale del Prof. Salvatore Prisco), culminando nel suo editoriale del 18 agosto. È un segnale di un vivo interesse per il futuro dell’Amministrazione, che accolgo con rispetto.

Desidero, tuttavia, offrire una prospettiva differente, che non trasformi questo confronto in una possibile sequenza di “messaggi in codice”, tipici della politica, ma piuttosto in una sana dialettica, utile a chiarire i fatti e a verificare la possibilità di uno spazio di confronto.

Le critiche mosse, le obiezioni di Cuccurullo

Il direttore Gagliardi mi muove una prima critica, contestandomi di non aver nominato una giunta di “alto profilo” o esclusivamente “tecnica”. Non sono incline a categorizzare le persone in tali termini, né ho mai promesso una giunta puramente tecnica. In un’intervista rilasciata a giugno al quotidiano Metropolis, sottolineai l’importanza di mantenere un equilibrio tra competenze professionali e politiche. Le prime dovranno orientare le decisioni politiche, mentre le seconde dimostrare la capacità di attuare concretamente i punti programmatici proposti. La nomina di Tania Sorrentino (1), figura stimata e sostenuta da molte realtà locali, risponde proprio a questa logica. Non è necessario un tecnico nel senso tradizionale del termine (non serve un erede del Generale Dalla Chiesa per la sicurezza né dell'Architetto Oriol Bohigas per la rigenerazione urbana), ma piuttosto una persona che sappia interpretare e realizzare i desideri della nostra comunità. Quanto alla sua presunta mancanza di esperienza politica, credo fermamente che la prospettiva diversa con cui contribuirà possa essere più preziosa di anni di esperienza, soprattutto in una città dove la rigenerazione è stata un’aspettativa mancata.

La seconda critica riguarda il metodo con cui ho composto la giunta. Come giustamente osserva Gagliardi, ho avanzato una proposta equa e bilanciata, riservando al PD un numero significativo di ruoli in giunta e deleghe di rilievo, inclusa la carica di vicesindaco. Nessuno può negare che abbia dedicato al PD un'attenzione particolare, superiore a quella riservata agli altri partiti, come era giusto che fosse per il partito che ha raccolto le maggiori preferenze della coalizione e per la sua proiezione nazionale. Ho incontrato i vertici locali, provinciali, regionali e nazionali (questi ultimi penso per la prima volta nella storia della città), e ho dialogato anche con semplici militanti che si presentavano come rappresentanti dei consiglieri comunali.

Il gruppo consiliare aveva redatto un documento politico (2) in cui si chiedeva una maggiore presenza femminile , senza però proporre propri nomi, nonostante ne avesse la possibilità, e richiedeva un maggiore impegno verso la rigenerazione politica. La nomina di due donne, di cui una come vicesindaco, mi sembra rispondere esattamente a quelle aspettative che il PD aveva espresso nel documento. Proporre invece un singolo nome maschile, con trascorsi amministrativi, appare, alla luce di quanto dichiarato dal PD stesso, un’evidente contraddizione. Vorrei inoltre precisare che non ho in alcun modo “bocciato” l'Avv. Luigi Monaco, che stimo profondamente sia sul piano umano che su quello professionale e politico. Qualsiasi altra interpretazione è solo un tentativo di creare polemiche infondate.

Sono sempre aperto a consigli e critiche, ma rivendico con orgoglio la mia autonomia politica e decisionale. Se questo significa rompere con certe prassi del passato, lo considero un segno di cambiamento, non un difetto.

La giunta che ho composto è il risultato di una valutazione, che aveva l’intento di combinare competenze tecniche, esperienza professionale e una profonda conoscenza del territorio. La giunta è composta da due donne di grande valore, Tania Sorrentino Cerrato e l’avv. Carmela Nappo, espressione del PD, dall’Avv. Lisa Nastri, tesoriere della Camera Penale di Torre Annunziata, e dal Dott. Giuseppe Crescitelli (3), Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Torre Annunziata. Questi ultimi due sono tecnici che ho direttamente indicato, ricevendo il consenso dei tre partiti che dispongono di un solo consigliere comunale. Queste nomine, dunque, non sono frutto di indicazioni dei partiti stessi, come Gagliardi lascia intendere. La giunta si completa con uno dei decani delle attività commerciali, Gianfranco Scafa, un manager sanitario con un'ampia esperienza professionale e senza precedenti attività politiche a Torre Annunziata, il dott. Antonio Coppola, e un giovane avvocato penalista, l’avv. Daniele Carotenuto. Abbiamo quindi posto grande attenzione alle professionalità locali, a temi rilevanti come il commercio cittadino, soprattutto in vista dell'apertura del Maximall, e all’impegno dell’Amministrazione verso le questioni sociali, sanitarie, inclusa la riapertura del Dipartimento di Emergenza dell’Ospedale di Boscotrecase, oltre che alla trasparenza e alla legalità.

Sono convinto che qualsiasi composizione di giunta avrebbe generato qualche personale amarezza e critica, sia naturale che strumentale, come spesso accade in queste occasioni.

Gagliardi, inoltre, si schiera a difesa del PD (4), o meglio di una parte di esso. Come già detto, ho pensato al massimo della rappresentanza per il PD in giunta, assegnando le deleghe più rilevanti e aspettando per ben 50 giorni una parte del PD si esprimesse. Cosa avrei potuto fare di più? Prima un documento che richiede una maggiore presenza femminile e rigenerazione, poi un comportamento che va in tutt'altra direzione. Anche quando si parla di una “defaillance in consiglio comunale con l’elezione del presidente del consiglio con i voti dell’opposizione” (5), si dimentica che, per il meccanismo elettivo, è necessaria una maggioranza qualificata, e il ruolo del presidente del consiglio è quello di essere una figura di garanzia per tutte le forze presenti in Assemblea non solo per la maggioranza.

Un'ultima critica sollevata da Gagliardi è l'idea che io sia mal consigliato da qualcuno a me vicino, come suggerito da altri suoi colleghi, o che io mal sopporti la “vecchia” classe politica del PD. Né l'una né l'altra ipotesi corrispondono alla realtà. L'idea che io segua i consigli di una singola persona senza un vaglio critico personale è un'offesa al mio percorso personale, accademico e professionale. Inoltre, noto che vi è una forte tensione rivolta all’Avv. Telese, del tutto priva di senso e inutile per quanto mi riguarda. Spero che questa tensione non sia alimentata dal timore politico di chi vede nelle sue capacità una minaccia a posizioni di rendita ereditate dal passato. Vorrei chiarire che l'Avv. Telese non avrà incarichi amministrativi, ma presiederà il mio staff. Pertanto, non comprendo, consapevole delle mie prerogative e della mia autonomia, perché la sua figura debba essere così esposta a critiche, se non per ragioni strumentali da parte di chi preferisce offrire consigli senza esporsi in prima persona.

Ad ogni modo, accolgo il consiglio del direttore Gagliardi e farò del mio meglio per evitare “passi falsi che potrebbero rendere il cammino più arduo”, ma continuo a guardare avanti con determinazione, fiducioso che, con una maggiore linearità da parte del PD, riusciremo a trovare uno spazio di leale e proficua collaborazione. La mia Amministrazione giunge dopo un secondo scioglimento del Consiglio Comunale dopo quel dello 1993. Sarebbe molto più interessante aprire un dibattito, in città e con la città, sulle lezioni, positive e negative, apprese in questi trent'anni di politica tra uno scioglimento e l'altro.

Le precisazioni del direttore editoriale Antonio Gagliardi

Abbiamo dato, come giusto che fosse, ampio spazio alle considerazioni del sindaco Corrado Cuccurullo in risposta all’editoriale del sottoscritto pubblicato domenica 18 agosto. 

Non voglio assolutamente aprire un contraddittorio con il primo cittadino, peraltro mio amico, che annoierebbe i lettori, ma mi limito ad alcune precisazioni.

  1. Nell’articolo ho detto che all’assessore Tania Sorrentino le erano state affidate deleghe troppo impegnative, non essendo lei né un tecnico né un politico. Non era una diminutio nei suoi confronti, tutt’altro; ma solo una valutazione di carattere oggettivo. Il sindaco, invece, risponde che non è necessario avere competenze specifiche per le deleghe affidatele (facciamo notare che tra queste ci sono la pianificazione urbanistica e i progetti di rigenerazione urbana) e neppure esperienza politica. Prendo atto che abbiamo una visione diversa sull’argomento.
  2. Il documento politico firmato dal gruppo consiliare del Pd non fa riferimento ad una maggiore presenza femminile nella giunta, come allude il sindaco, visto che la materia è disciplinata dalla legge, bensì all’elezione di una donna alla presidenza del consiglio comunale, in virtù di un processo di rigenerazione politica.
  3. Non voglio polemizzare con il sindaco, ma faccio notare che il dott. Giuseppe Crescitelli, nella fase pre-elettorale, era stato perfino proposto come candidato sindaco dai Progressisti e Democratici.
  4. Non ho preso le difese del Pd, come scrive Cuccurullo, ma ho solo raccontato i fatti, ovvero che tre consiglieri comunali non hanno potuto esprimere un loro rappresentante in giunta.
  5. La defaillance della maggioranza non sta nel fatto che i 5/7 dell’opposizione abbiano votato il presidente del consiglio Davide Alfieri (cosa, peraltro, normalissima), ma nel fatto che 5 consiglieri comunali della maggioranza non l’abbiano votato.

Sulle altre obiezioni del sindaco preferisco non entrare nel merito perché di natura strettamente politica e poco comprensibile per i lettori.

Concordo pienamente, invece, con la proposta di Cuccurullo di “aprire un dibattito, in città e con la città, sulle lezioni, positive e negative, apprese in questi trent'anni di politica tra uno scioglimento e l'altro”. E aggiungerei anche su quanto fatto, e non fatto, dalle amministrazioni che si sono succedute nell’ultimo trentennio. Perché pochi ricordano come era Torre Annunziata nel 1995, soprattutto le giovani generazioni.