Si è dimesso da segretario del Partito Democratico cittadino per candidarsi alle elezioni comunali di Torre Annunziata del giugno scorso. Non ce l’ha fatta (secondo dei non eletti dopo Tania Sorrentino), ma la sua passione per la politica non è diminuita.
Parliamo di Giuseppe Manto, carattere verace, spigoloso, che non le manda certamente a dire, grande sostenitore in campagna elettorale del candidato sindaco Corrado Cuccurullo.
A distanza di poco più di un mese, però, il suo feeling con il primo cittadino è finito. Manto si sente tradito da alcune scelte fatte dal sindaco. E le motivazioni sono tutte raccolte in una dura lettera che ha indirizzato alle segretarie regionale e metropolitana del PD.
«Nella mia lettera ho messo in evidenza - afferma Manto - quello che è stato il lavoro della segreteria cittadina del Pd in questi ultimi 14 mesi. Ci era stato chiesto ai vari livelli un grande lavoro di rinnovamento politico. Abbiamo così compiuto scelte dolorose non rinnovando la tessera a compagni che facevano parte della famosa lista redatta dalla Prefettura, oltre ad adottare un codice etico molto rigoroso dopo i fatti che hanno visto coinvolto il Pd in Puglia e in Piemonte».
Manto oggi non fa un passo indietro, anzi afferma con determinazione che porterà avanti questa sua battaglia anche da semplice iscritto al partito.
«Seguirò per il futuro lo stesso schema, le stesse direttive, per evitare che possa essere tacciato di aver usato pesi e misure diversi, a seconda di simpatie o antipatie. E sarà una battaglia che porterò avanti nel partito affinché le vecchie pratiche vengano definitivamente eliminate.
Ci tengo a precisare - continua l’ex segretario - che questa mia lettera non c'entra niente con quelle che sono le scelte del sindaco Corrado Cuccurullo, che pure ci aveva chiesto durante il percorso elettorale massimo rigore, al punto di chiedere al PD grande sostegno in relazione all’esclusione dalla coalizione di “Italia Viva”, perché all'interno della lista era presente un candidato citato nella relazione della Prefettura».
Messo da parte il fioretto, ora Manto impugna la spada.
«Se oggi il sindaco decide di fare diversamente è un suo problema. Ho saputo che si è avvalso dei voti della minoranza per eleggere il suo candidato alla presidenza del Consiglio, facendo sponda proprio con quegli elementi che qualche mese fa aveva imposto di mandare via dal tavolo di centrosinistra. E’ un problema del sindaco, se da un lato impone una giunta tecnica e dall'altro fa una segreteria politica (l’allusione è a Pierpaolo Telese, capo del suo futuro staff, ndr).
Il PD deve continuare in maniera fattiva il suo percorso di rigenerazione politica, che altri hanno solo annunciato per fare poi l'esatto contrario.
Il PD e il suo gruppo consiliare deve attenersi al codice etico del partito, e se è necessario non essere complice di scelte da parte del sindaco e della maggioranza che vanno contro i valori etici e morali dettati dalle federazioni Nazionale, Regionale e Metropolitana del PD.
Al sindaco, che tutti abbiamo voluto fortemente - conclude Manto - faccio un grosso “in bocca al lupo”, permettendomi di ricordargli che non esiste la politica dell'amicizia e della simpatia, o quella della rimpatriata dei ragazzi del Muretto. Torre Annunziata ha bisogno di tanto lavoro e soprattutto di evitare scelte opache. Torre non può essere Fort Apache, ma questo dipende anche dalle sue scelte».