Ha provato a difendersi fino all'ultimo, ma per l'accusa stava organizzando un omicidio e si era armato. Condannato a 4 anni di carcere Domenico Tamarisco, 42 anni, ritenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli uno dei boss dei Tamarisco-Nardiello, la famiglia di narcotrafficanti di Torre Annunziata che, da Villa Adele nel rione Poverelli, avrebbe gestito il traffico internazionale di stupefacenti con il Sud America e la Spagna. Tamarisco, in videoconferenza, ha chiesto la parola e ha voluto spiegare la sua versione dei fatti al presidente di collegio Antonio Pepe del tribunale di Torre Annunziata, che è stato chiamato a giudicare l'imputato insieme ai giudici a latere Federica De Maio e Valeria Campanile della seconda sezione penale.
Domenico Tamarisco era a processo per detenzione illegale di armi. Durante le intercettazioni attivate dai finanzieri del Gico di Napoli nel corso delle indagini sul traffico di droga, sarebbe emerso che il neo scarcerato “Mimmo” avrebbe chiesto armi per fare un agguato. Tornato in libertà il 6 aprile 2016, Tamarisco finì in manette tre settimane dopo, nel blitz dei finanzieri del 27 aprile successivo. Contro di lui fu eseguito un decreto di fermo emesso dal pm Claudio Siragusa: detenzione di armi, l'accusa, per il capo dei Tamarisco. E per questo capo d'imputazione è stato condannato a 4 anni di carcere.
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