Traffico internazionale di droga con basi logistiche a Torre Annunziata. Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito, su disposizione della DDA, 34 ordinanze di misure cautelari (22 in carcere, 7 ai domiciliari e 5 obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria) emesse dal Gip del Tribunale partenopeo.
Due le organizzazioni criminali coinvolte, che operavano distintamente l'una dall'altra ma le cui basi operative erano localizzate nella città oplontina.
Il primo gruppo faceva capo al clan Tamarisco (o dei Nardiello) attivo nel territorio di Torre Annunziata e nei Comuni limitrofi dell'Agro Nocerino-Sarnese, retto dai fratelli Domenico, Francesco e Bernardo Tamarisco.
Francesco era stato arrestato dai finanzieri del GICO nel 2014 e condannato a dieci anni e 8 mesi di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti. Mentre Domenico, dopo aver scontato una lunga condanna sempre per lo stesso reato (scarcerato solo il 6 aprile scorso), era stato lontano dalle dinamiche criminali del clan.
L'organizzazione, dunque, era gestita da Bernardo, 44 anni, costretto su una sedia a rotelle a seguito di un agguato subito a metà degli anni '90 dall'allora clan rivale dei Gionta. Nonostante ciò, sebbene stia scontando una pena di 5 anni ai domiciliari, svolgeva il ruolo di reggente del sodalizio criminale.
La droga giungeva dal Sud America grazie alla collaborazione del cognato Vincenzo Langiano e sfruttando l'intermediazione presso i cartelli fornitori del "broker" Salvatore Iavarone, trasferitosi stabilmente in Ecuador, arrestato dalla Polizia ecuadoregna.
Due i canali di approvigionamento: uno in Ecuador e l'altro in Colombia. La cocaina giungeva nel porto di Salerno, grazie ad alcuni operatori compiacenti addetti alla movimentazione della merce, e veniva poi consegnata al clan che la smistava sulle più importanti piazze di spaccio del territorio.
Il gruppo aveva anche intrecciato rapporti commerciali con la 'Ndrangheta della fascia jonica-reggina finalizzati all'acquisto di ingenti partite di cocaina, come risultato da un'operazione di polizia che portò al sequestro di 1 kg di cocaina nel novembre 2015 in un Bed&Breakfast di Torre Annunziata gestito da Antonio Cirillo (41 anni). Nella circostanza, un referente della cosca calabrese si era recato nella struttura per consegnare una partita "campione" in vista di una successiva e più consistente fornitura di merce.
Nel corso della perquisizione, le forze dell'ordine rinvennero anche una pistola semiautomatica Glock priva di matricola modello 9x19 con relativo caricatore inserito contenente 12 cartucce calibro 9, nonché ulteriori 51 cartucce.
L'altra organizzazione criminale coinvolta nell'inchiesta della magistratura antimafia, era composta da quattro soggetti, due campani, un trevigiano ed uno sloveno, ed aveva anch'essa base logistica a Torre Annunziata. In questo caso, il sodalizio importava dalla Spagna ingenti quantitativi di hashish trasportati in Italia su automezzi pesanti. In un blitz, i finanzieri del GICO sequestrarono a Vimodrone (MI) un carico di oltre una tonnellata della sostanza stupefacente.
Dalle indagini è infine emerso che i Tamarisco avrebbero già approntato un gruppo di fuoco per compiere un omicidio, sventato grazie all'intervento dei baschi verdi. Vittima un soggetto non meglio individuato, con il quale verosimilmente Domenico Tamarisco, pronto a riappropriarsi del suo ruolo di "capo", era entrato in contrasto prima di essere arrestato.
Complessivamente sono stati sequestrati in via preventiva 22 beni immobili, 19 automezzi, 6 aziende commerciali e numerosi rapporti bancari per un valore di olttre 10 milioni di euro, ritenuti dagli investigatori presunti reinvestimenti dei proventi derivanti dal narcotraffico.
Nell'operazione condotta dalla Guardia di Finanza, sono stati impiegati ben 170 militari e 59 automezzi.
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