Ancora al palo il processo per la presunta truffa ai danni dell'Inps operata da Giuseppe Gallo. Il boss "Peppe 'o pazzo", considerato dall'Antimafia il capo indiscusso dei Gallo-Limelli-Vangone, per anni ha incassato 700 euro al mese di pensione come invalido mentre, secondo l'accusa, era sano di mente. Con questo escamotage, per anni avrebbe evitato anche processi e condanne, prima di essere "smascherato" come finto pazzo.
Davanti ai giudici del collegio della prima sezione penale (presidente Ernesto Anastasio, a latere Della Ragione e Cozzitorto) si è tenuta l'ennesima udienza per discutere la fase preliminare.
Mercoledì 23 marzo è stato il giorno del consulente del tribunale Luca Bartoli, medico chirurgo e psichiatra, che ha effettuato a gennaio una perizia accurata su Gallo, oggi detenuto al regime del carcere duro nel penitenziario di Parma dal quale assiste in videoconferenza al processo.
«Può stare a processo perché ha alcuni distirbi psichiatrici, ma non è schizofrenico», è la tesi di Bartoli, avallata anche dal pm Sergio Ferrigno della Dda di Napoli.
Il legale di Giuseppe Gallo, l'avvocato Nando Striano, proverà a confutare questa tesi nella prossima udienza ad aprile, quando ci sarà il contraddittorio e saranno presentate altre perizie mediche di parte. Dunque, l'apertura del dibattimento slitta ancora.