Proseguono le indagini per chiarire il movente del raid di sabato scorso ai danni di un circolo-bar di corso Vittorio Emanuele III, nella zona del Quadrilatero delle Carceri a Torre Annunziata, con una bomba carta che ha distrutto il locale.
La Scientifica sta analizzando il materiale derivante dall'esplosione per comprendere quale ordigno sia stato utilizzato per compiere l'attentato, che sembra avere tutti i connotati di un atto camorristico. E, soprattutto, scovare chi lo ha messo in atto.
Le ipotesi valutate dagli investigatori delle Polizia oplontina, diretta dal primo dirigente Vincenzo Gioia, che indaga sull'accaduto, sono diverse, e ciascuna potrebbe avere una sua valenza: racket ed estorsione, lotta tra clan rivali per l'egemonia sui traffici illeciti sul territorio. In particolare si guarda a qualle che potrebbe assumere i connotati di una nuova faida tra il clan Gallo-Cavalieri e quello dei Gionta.
Neui giorni scorsi, infatti, le forze dell'ordine sono state impegnate in diverse perquisizioni in nascondigli, abitazioni, sotterranei del rione. Ascoltati in Commissariato anche diversi testimoni che potrebbero fornire elementi utili alle indagini.
Assalto ai fortini della camorra per cercare di fare chiarezza, subito, sulla bomba piazzata contro la saracinesca della Caffetteria del Corso. E’ la risposta degli agenti del Commissariato di Polizia di Torre Annunziata che, tra sabato e domenica, hanno effettuato una serie di perquisizioni nei bunker dei due clan rivali, Gionta e Gallo-Cavalieri. Le attenzioni degli investigatori si concentrano su noti pregiudicati del quartiere “Murattiano”, dove è avvenuto il raid. Durante la nottata tra sabato e domenica, gli uomini in divisa hanno rastrellato l’intero rione palmo a palmo con la speranza di poter ottenere elementi utili alle indagini. Perquisiti sotterranei, nascondigli, abitazioni e locali. A caccia di qualcosa, o meglio di qualcuno. E soprattutto alla ricerca di quello scooter di grossa cilindrata utilizzato dai malviventi per compiere il raid. Al momento, però, resta tutto top secret. Non trapela nulla, così come non si riesce ancora a comprendere il movente di quella tremenda esplosione che sabato mattina ha distrutto la saracinesca del bar, posizionato proprio nel cuore del centro storico di Torre Annunziata. Di quello scoppio, al momento, restano soltanto i frammenti di un ordigno artigianale molto potente e i detriti dei vetri delle finestre andati in frantumi per la forte esplosione.