A cura della Redazione
E stata sfiorata la tragedia a Pompei. Un ferimento con arma da taglio per futili motivi ha colpito un 46enne che è ricoverato con prognosi riservata, da ieri sera, presso lospedale di Nocera Inferiore. Luomo è stato sottoposto, dopo il ricovero al pronto soccorso, ad un delicato intervento di saturazione di una vena posta sotto il lobo dellorecchio. E stato appurato dai chirurghi che la ferita è stata procurata da un coltello da cucina. Il 46enne aveva perso i sensi quando è stato accompagnato in ospedale. La segnalazione alla polizia è immediatamente partita, dopo il ricovero, dallospedale nocerino denunciando levidente aggressione subita con arma da taglio dal cittadino pompeiano. Il ferito non era cosciente per cui non ha potuto fare il nome dellaggressore. La denuncia ha messo in moto gli uomini della caserma dei carabinieri di Pompei, ed è stato denunciato per aggressione con arma da taglio un ragazzo di 14 anni. La vittima è il compagno della madre che, presumibilmente sotto laffetto dellalcol, prima gli aveva assestato un pugno in faccia e poi era passato a due suoi fratelli più piccoli. La vicenda di cronaca nasce nellarea della periferia nord di Pompei (via Nolana) in una famiglia formata da una vedova 45enne con sei figli (due maggiorenni) ed un convivente disoccupato (senza precedenti penali) recentemente rientrato dalla Germania dove era stato a lavorare come emigrante. Siamo di fronte ad un dramma della miseria dove i protagonisti sono brava gente che non hanno mai fatto parlare di loro per incidenti del genere. Probabilmente deve essere scattata una lite per futili motivi nella famiglia allargata di via Nolana, dove il convivente della vedova (che doveva aver bevuto qualche bicchiere di troppo) deve aver perso la testa ed il controllo dei nervi e si è avventato sui figliastri senza tener conto che si trattava di bambini. Alla fine il più grande dei fratelli aggrediti si è avventato contro di lui con un coltello in mano ed è successo lirreparabile. Alla stazione dei carabinieri di Pompei, diretta dal maresciallo capo Tommaso Canino, hanno riferito che nella prima fase delle loro indagini (dal momento che si erano recati alla casa di via Nolana dove è avvenuto il grave ferimento) un fretello del responsabile dell´aggressione (un bambino di 7 anni) si era assunto la responsabilità dellaccaduto. Sono bastate poche domande dei militari per far cadere il castello di carta costruito con ingenuità (probabilmente su suggerimento della mamma) per coprire le responsabilità più gravi del figlio quattordicenne.
MARIO CARDONE
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