Nessuno, nelle dichiarazioni ufficiali, vuole, a Pompei, l’aumento della tassa sulla spazzatura. Bisognerà vedere dove si prenderanno i soldi per far fronte agli aumenti dei costi del servizio.
La convocazione di una conferenza stampa sull’argomento da parte del gruppo consiliare Pd per sabato mattina (il lunedì successivo è indetto il consiglio comunale) vale più di un guanto di sfida lanciato nei confronti del sindaco Amitrano, che recentemente ha messo da parte la proverbiale prudenza che ha caratterizzato i due anni e mezzo della sua amministrazione ed ha vuotato il sacco dichiarando che nella maggioranza c’è un gruppo ristretto (ma non tanto) che rema contro gli interessi di Pompei.
Riguardo poi la tassa di soggiorno, il primo cittadino ha dimostrato a chi non se ne fosse reso ancora conto che lui è un professionista abituato a ragionare sui numeri piuttosto che sul peso delle parole che a volte possono far male più delle pietre.
A farla breve, a questo punto è chiaro a tutti che i costi della gestione dei rifiuti sono aumentati sulla base del costo annuo dell’appalto ed ulteriori incrementi potrebbero essere dovuti allo sfascio dei siti di conferimento che comportano aggravi di oneri.
E’ altrettanto chiaro che in consiglio comunale si sono delineate tre posizioni: in maggioranza il sindaco Pietro Amitrano (che ha tenuto per sé la delega al bilancio e al comparto fiscale), l'assessora al comparto ecologico Raffaella Di Martino e i consiglieri comunali di riferimento sono propensi a ragionare sulla base della salvaguardia dei conti di bilancio.
Marcatamente diversa è la posizione del Pd (condivisa da Rinascita Pompei) che dà priorità alla politica. Significa che per i consiglieri Dem la tassa non deve aumentare. Se aumenteranno i costi sarà compito dell’esecutivo (e del dirigente del comparto finanziario) trovare forme alternative di copertura.
Attenzione, però. E’ chiaro però che i soldi dovrebbero uscire dalle economie dell’apparato e non dall’aumento di tasse dirette che ricadono esclusivamente su lavoratori dipendenti e pensionati (esempio l’addizionale Irpef) altrimenti si finirebbe col penalizzare una categoria socialmente più debole per i costi di un servizio dalla portata generalizzata.
Infine bisogna commentare la posizione dell’opposizione. Essa parte dall’idea che l’esecutivo ha sbagliato tutto riguardo al bando della gara d’appalto del servizio. Ne deriva che è responsabile dell’aggravio di tasse per i pompeiani con la conseguenza politica che si deve necessariamente tornare al più presto alle urne nella speranza di portare a Palazzo de Fusco un ceto amministrativo più competente di quello esistente.
Scelta politica ricorrente negli ultimi anni che però, fino ad ora, non ha risolto i problemi lasciando a comandare a Pompei sempre gli stessi personaggi.