"Dividi et impera” recita un famoso motto latino, che se andava bene per l’Impero romano figuriamoci i lavori della Circumvesuviana di natura più che altro urbanistica, perché più che eliminare il problema dei passaggi a livello lo “aggirano” con percorsi alternativi che sembrano assumere, a tratti, il profilo di una lotteria piuttosto che di un piano strategico.
I due comitati "no sottopassi" sono stati convocati separatamente in sede partenopea da Luca Cascone, presidente della commissione regionale ai Trasporti, insieme ad un rappresentante dell’Ente Autonomo Volturno (De Gregorio o Borrelli a secondo i casi) e all’immancabile capogruppo regionale dei Dem, Mario Casillo. In poche parole la versione degli incontri che è stata diffusa all’opinione pubblica è che rispetto ad un atteggiamento trattativista del comitato formato prevalentemente da residenti di via Nolana, sarebbe stato riscontrato un muro contro muro con il secondo comitato capitanato da Carlo De Felice (tanto che si è parlato di preclusione ideologica). La verità è che per molti, se non dovesse essere realizzato l’interramento di un tratto di strada ferrata, sarebbe preferibile non fare i lavori pubblici considerati fonte di spesa inutile (se non alla campagna elettorale di qualcuno) e dalle conseguenze pericolose.
La novità è che è spuntata una soluzione che potrebbe mettere d’accordo tutti, se non ci fosse il dato negativo della spesa contenuta (che in politica non viene mai considerato con favore). E’ ispirata alla soppressione dell’ultimo tratto della Nola-Baiano, trasformando i binari del treno in tramvia. Una soluzione del genere potrebbe (è l’ultima proposta che si sta valutando nei comitati) essere adottata sulla Napoli-Poggiomarino trasferendo nei pressi del casello autostradale la stazione Pompei Santuario e facendo proseguire il percorso in tram fino a Poggiomarino.
Meno spesa ed annullamento del pericolo dei sottopassi. E’ una soluzione che potrebbe mettere d’accordo tutti se non ripartono i pregiudizi.