L’opposizione ha chiesto, nel Consiglio comunale di Pompei di lunedì 11 giugno, di assumere la presidenza di una commissione di controllo e garanzia. Secca la replica negativa della maggioranza, che con considera tale nessuna tra quelle costituite. Sulla stessa lunghezza d’onda la segretaria comunale, Monica Siani, intervenuta sulla regolarità della delibera di variazione dello statuto della Fondazione Pompei.
Alfonso Conforti e compagni avevano fatto della questione “un cavallo di Troia” avviando una disputa dettagliata incentrata sull’iter che ha visto il protagonismo inconsueto dell’assessore al comparto (Salvatore Perillo), dal momento che la redazione di un regolamento è materia di Consiglio. Secondo la minoranza, il testo di delibera doveva essere predisposto dal Rup (responsabile unico del procedimento) al procedimento amministrativo e passare successivamente all’esame della commissione. Sul fronte opposto, interventi della maggioranza, della Siani e dell’assessore Perillo hanno chiarito che nella procedura adottata (sebbene inedita nello svolgimento) è stata salvata la sostanza dei contributi espressi e dei ruoli dei vari organismi amministrativi (Rup, commissione, Consiglio e assessore al ramo). Perché se è vero che è stato Perillo a redigere il nuovo testo del regolamento della Fondazione Pompei, è altrettanto vero che sul testo verbalizzato è stato espresso il beneplacito del dirigente Piscino, che è il Rup del procedimento.
A questo punto la minoranza ha sostenuto un nuovo argomento: “Non è possibile costituire una fondazione senza risorse economiche”. In altre parole, secondo “i quattro moschettieri”, se non ci sono previsioni di spese per il funzionamento della Fondazione Pompei, non si potrebbe neanche progettarne la revisione dello statuto con lo scopo di renderla operativa. In fin dei conti l'opposizione chiedeva esclusivamente lo slittamento del voto sulla delibera ma il sindaco Pietro Amitrano e i suoi non hanno dato spago a questa iniziativa dimostrando risolutezza (che la minoranza ha letto come arroganza) nell’accettare il contributo dei consiglieri d’opposizione esclusivamente se può essere utile alle strategie del Palazzo, e rigettarlo negli altri casi.
La riprova si è vista sulla delibera successiva che riguardava la costituzione di una commissione per il Grande Progetto Pompei (richiesta dalla minoranza) dove invece è stato decretato il rimando (che in questo caso significa annullamento) dell’iniziativa che, come ha chiarito il dibattito, non è condivisa dalla maggioranza, che anzi la ritiene inutile.
Lo stesso identico atteggiamento ha connotato l’ultima delibera che riguardava la concessione da parte del Comune di Pompei di una servitù ad un privato su suolo pubblico. Insomma, è stato eretto uno steccato invalicabile per la minoranza sulla titolarità delle iniziative strategiche per Pompei, spiegando alla città (non solo agli antagonisti) che esse competono solo agli uomini di maggioranza e dell’esecutivo con tutte le prerogative e le responsabilità che ne derivano.
A breve si dovrebbero registrare le conseguenze politiche di questa decisione. Conforti ha già annunciato a nome dei suoi colleghi il boicottaggio delle commissioni consiliari in cui, in verità, è stata registrata più di una volta l’intromissione dell’esecutivo che, se non ne compromette i risultati in termini di legalità, incide sui rapporti politici e di lealtà collaborativa.
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