Il primo argomento in agenda per il dopo elezioni del 4 marzo, riguarda la discussione sull’aumento aumento della tassa sui rifiuti, considerato da qualche tecnico di Palazzo come estremo espediente per salvare il Comune di Pompei dal dissesto finanziario fatalmente incombente.
La recente intervista rilasciata dal sindaco Pietro Amitrano ad un quotidiano locale, è stata letto da molti come preludio di questa probabile iniziativa che però, a quanto pare, è destinata ad incontrare forti contrasti. In una sua recente intervista Amitrano ha parlato di salvataggio del bilancio che sarebbe (secondo lui) operazione già conclusa con successo. Invece delle lodi sono state riscontrate severe critiche da parte di qualche suo autorevole collaboratore che (avendo forse capito dove voleva parare) lo ha bollato con l’etichetta di pessimista, che non significa necessariamente iettatore ma lo lascia pensare.
Nonostante i commenti più o meno interessati dei “fratelli-coltelli”, la verità risiede esattamente sul versante opposto. Nei fatti il conto economico dell’Ente pompeiano non riesce a tirare il fiato per l’esborso della prima rata di un accordo transattivo stipulato con la società che attualmente ha in appalto il prelievo dei rifiuti solidi urbani (la New Ecology), e che ora arriva sul tavolo del ragioniere del Comune con una fattura per un lavoretto extra. Pagato quello, insorge la problematica di una controversia giudiziaria con l’appaltatrice precedente (Igiene Urbana) per un importo complessivo di 7 milioni e mezzo di euro, che si poteva chiudere precedentemente con una transazione di un milione e mezzo ma, ed è questo il punto, mancavano le risorse sufficienti per impegnarsi su quel versante.
Questa è conclusivamente la motivazione che sta alla base di due bocciature da parte dei revisori dei conti (l'1 febbraio 2017 e il 18 settembre 2017) di rateizzazione di un accordo transattivo che non è mai decollato. Alla fine, al di là della rata annuale prevista dal contratto, si sommano fattura di revisione e/o di extra da pagare per la raccolta dei rifiuti. Se questi pagamenti siano legittimi e adeguati o meno, è argomento di altra natura che rientra in quell’universo di rapporti tra enti locali ed aziende di settore che forma la cartina di tornasole della positività politica e legale delle gestioni amministrative.
Sta di fatto che se ci sono maggiori uscite per il servizio di gestione dei rifiuti, è su quel versante che bisogna cercare in primis la compensazione finanziaria. In poche parole, se le previsioni iniziali sul fronte dei prelievi dei rifiuti sono risultate insufficienti, la prima idea è quella di aumentare la tassa corrispondente. Solo che a Pompei la spazzatura la producono i cittadini, i ristoranti e gli alberghi ma anche i turisti ed i pellegrini. E difatti è stato finalmente deciso di tassare anche l’utenza turistica. A questo punto è da chiedersi se la tassa di soggiorno è stata adeguata al costo effettivo dei servizi urbani (spazzatura compresa). La domanda risulta spontanea dal momento che Amitrano e compagni, prima di aumentare la TARI, si sentiranno obbligati a spiegare ai pompeiani l’iniziativa di aumentare la loro tassa mentre hanno ritenuto opportuno ridurre (rispetto all’importo prefigurato in partenza) quella praticata ai turisti.
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