Il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, assicura il rispetto dei vincoli urbanistici e del paesaggio durante i lavori nella pianeta del Parco, nei pressi di Porta Stabia. Al momento il danno arrecato al panorama vesuviano nel contesto degli scavi archeologici appare irrimediabile nonostante le rassicurazioni fornite dal soprintendente Osanna d’intervenire con colorazioni non invasive, ampie vetrate e verde di contorno, nell’estremo tentativo di mitigare l’impatto della palazzina di tre piani che sta nascendo per ospitare gli uffici della Soprintendenza.
Resta alla fine da chiedersi se un tale intervento, in un’area di vincolo assoluto, fosse inevitabile, considerato che il trasferimento degli uffici poteva benissimo essere operato entro manufatti leggeri, costruiti in mattoni, al piano terra. E’ questa la posizione dei parlamentari Gallo e Cioffi del M5S che si sono riservati di visionare il fascicolo di documenti tecnici ed amministrativi a supporto dell’iniziativa di costruzione della palazzina in area San Paolino, sulla base di una preliminare conferenza di servizi.
«Si precisa che il Parco Archeologico di Pompei ha espletato tutte le procedure previste dalle norme urbanistiche e paesaggistiche». Ha fatto sapere, dal canto suo, in un comunicato stampa, la Soprintendenza archeologica di Pompei, che assicura che il progetto, risalente al giugno 2014, è dotato della prevista certificazione di legge. «Il parere del MiBACT è stato espresso in merito alla compatibilità dell’intervento per gli aspetti di tutela del patrimonio culturale», puntualizza ancora l'Ente.
La direzione del Parco Archeologico sottolinea poi che i lavori sono realizzati su un rudere degli anni '70 mentre l'area circostante versava in uno stato di degrado a causa di un cantiere interrotto e baracche fatiscenti usate come depositi.
Le opere si sarebbero rese necessarie per distribuire con maggiore efficienza gli uffici della dirigenza e del personale e portare a soluzione l’annoso problema della presenza d’amianto nell’edificio di Porta Marina. Anche se nei programmi a venire si promette la riorganizzazione degli spazi di Villa dei Misteri con ampliamento degli ingressi e la fruizione di migliori servizi per i visitatori. Pur se l'impatto paesaggistico della palazzina direzionale nei pressi della pineta potrà essere mitigato con le accortenze manifestate da Osanna, permane la convinzione profonda degli esponenti del M5S che sia venuta a mancare, da parte dell’Autorità istituzionale della tutela del paesaggio, l’attenzione e il rispetto dovuto ad un Monumento patrimonio dell’Umanità.
Sulla vicenda è intervenuto nuovamente anche il senatore del gruppo ALA, Vincenzo D'Anna, che insieme ai colleghi Pietro Langella e Antonio Milo, aveva manifestato perplessità. «Prendiamo atto della precisazione del Parco archeologico di Pompei. La questione di fondo, tuttavia, rimane inevasa: il grosso manufatto ricade in una zona di vincolo assoluto laddove, ad un normale cittadino, non è consentito nemmeno aprire una finestra - scrive in una nota il parlamentare -. In base a quale norma, dunque, si è potuto procedere in deroga ai piani paesaggistici vigenti? Lo Stato è chiamato o no rispettare i vincoli stringenti che poi esso stesso impone ai suoi cittadini?».
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