Non solo lavori di restauro e messa in sicurezza ma anche nuovi scavi quando, come in questo ultimo caso, si è reso necessario integrare con nuovi elementi le preesistenti conoscenze di un quartiere centrale nella vita dell’Antica Pompei.
E’ il caso dell’opificio (un panificio prima, una tintoria successivamente) ed una vicina domus. Entrambi gli edifici erano stati abbandonati dopo il terremoto del 62 d.C.. Queste strutture sono tornate alla luce nel corso del cantiere di ripristino del Vicolo di Tesmo (Regio IX). Tutta l’area era stata sottoposta a bombardamento nel corso dell’ultima guerra mondiale mentre l’area sottoposta a scavo era diventata una discarica di materiale di risulta.
Degno di segnalazione il lavoro che è stato fatto dagli esperti della Soprintendenza di Pompei in collaborazione con quelli della ditta di cantiere nel ripristinare l’originario basolato della strada.
Oramai le Direzioni di Soprintendenza (Massimo OSanna) e Grande Progetto Pompei (Luigi Curatoli) procedono a ritmo serrato nella consegna dei lavori di restauro e messa in sicurezza degli Scavi archeologici.
In pari tempo si provvede ad aprire alla fruizione dei visitatori gli spazi praticabili (dove sono stati consegnati i cantieri). Il soprintendente Osanna ha tenuto particolarmente a sottolineare - nel discorso d’inaugurazione di oggi, 7 dicembre, delle Regiones V e IX (così si chiamano i quartieri in cui viene suddivisa la città antica) - lo spirito di squadra che accompagnano le iniziative di ripristino del parco archeologico.
Questa volta sono stati inaugurati il piccolo Lupanare (o Lupanariello, come lo chiamano i custodi), la casa di Obellio Firmo e la casa di Marco Lucrezio Frontone. Oltre lo scavo di un ambiente totalmente occultato da detriti.
Si tratta di tesori appartenenti ad un’area di 50mila metri quadrati che si estendeva tra il centro e il confine settentrionale della città antica, resa nuovamente percorribile. I lavori della messa in sicurezza hanno interessato le murature, gli apparati decorativi insieme agli interventi sul tessuto stradale. Si è intervenuto sulle murature ed è stato riaperto l’accesso a strade e case finora irraggiungibili.
Finalmente sono aperti gli accessi agli edifici del piccolo lupanare, che contiene un’altra serie di affreschi erotici in uno degli ambienti, la maestosa Casa di Obellio Firmo, aperta sul decumano di Via di Nola, e la casa di Marco Lucrezio Frontone, completata con il restauro dell’ambiente triclinare e con lo splendido affresco che raffigura l’uccisione di Neottolemo da parte di Oreste.
twitter: @MarioCardone2
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