E’ stata scoperta dai vigili urbani di Pompei, in località via Aldo Moro, una costruzione abusiva che procedeva nascosta sotto un ammasso di rottami, ondulati di eternit e mobili sparsi.
La responsabile del manufatto non è tra l'altro proprietaria del terreno (che invece appartiene agli Ospedali Riuniti di Napoli) ma solo locataria. Non è certo la prima volta che l’iniziativa edile abusiva a Pompei si cela nel contesto di degrado di un paesaggio locale che agli orti alterna ripari degradati più adatti per bestie che per esseri umani.
Quando arriva il controllo, difatti, la giustificazione pronta è che si tratta della stalla per la mucca o la cuccia del cane. Al comando di Polizia municipale di Pompei hanno dimostrato, foto alla mano, che invece gran parte di quel degrado serve da alibi perché nasconde costruzioni abusive, costruite a pezzi, che in poche settimane diventano ville a due piani dotate di servizi e parcheggi.
E’ questa la sensazione che si ha osservando il manufatto scovato dal nucleo anti abusivismo del Comando dei caschi bianchi mariani messo sotto sigilli. Era stato costruito poco distante dal Casale Piscitelli (edificio rurale del XIX secolo di proprietà della Sanità campana, come tutti i terreni circostanti). Alla fine questi beni, retaggio di una civiltà contadina oramai morta e sepolta, sono oggetto di parziali trasformazioni arbitrarie ed abusive non sempre tempestivamente fermate.
Nell’ultimo caso le cose sono andate meglio salvando il decoro di un intero quartiere che è interessato da una lenta urbanizzazione, interrotta da sgradevoli episodi di illegalità.
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