E’ partito oggi stesso un quesito scritto del Comune di Pompei diretto al Ministero delle Finanze sulla legge di stabilità (n.208/2015 in vigore dall'1 gennaio 2016) per chiedere se è esigibile o meno (ma pare proprio di no) la tassa di soggiorno deliberata il 22 dicembre del 2015. E’ stato già raccolto qualche chiarimento in merito precedentemente fornito dalla Corte dei Conti e dall'Anci (l'Associazione Nazionale dei Comini Italiani). La maggiore pressione fiscale dovrebbe valere anche a fronte di aumenti deliberati nel 2015. A rigore la legge di stabilità parla di aumenti e non di nuove tasse, ma nelle prime risposte della Magistratura contabile ai quesiti dei Comuni viene chiarito che l’interpretazione delle legge deve essere “estensiva”. In parole povere, bisogna parlare di divieto assoluto (a Regioni e Comuni) di prendere soldi in più (per qualsiasi motivo) dalle tasche dei contribuenti.
La notizia è di notevole rilievo per Pompei. Ne consegue che per tutto il 2016 c’è (o ci sarebbe, in attesa di un riscontro definitivo sulla questione) divieto di applicazione dell’imposta di soggiorno (deliberata e regolamentata il 23 dicembre scorso) e di altre tasse, salvo le dovute eccezioni come la TARI (la tassa sui rifiuti). La consigliera comunale d’opposizione Maria Padulosi (sorella di una funzionaria comunale con molta esperienza nell’ufficio Tributi) ha commentato "l’impotenza fiscale", per il 20116, del Comune di Pompei sulla sua pagina Facebook, argomentando che il dibattito acceso sulla tassa di soggiorno tra politici di Palazzo e gli operatori turistici è servito a far perdere solo tempo al presidente dell'Assise Conforti ed ai consiglieri comunali della I Commissione istituzionale (senza considerare il costo per i contribuenti) .
«Il sindaco della Legalità, l'amministrazione della rinascita, a due mesi dall'entrata in vigore di una legge i cui contenuti si conoscono da oltre 6 mesi, ne è ancora all'oscuro - ha commentato sarcasticamente la Padulosi -. Colpisce, ancora una volta, la totale disinformazione dei nostri amministratori». Parole dure come macigni ma che trovano fondamento sul dato concreto che (come ha spiegato bene la stessa Padulosi) gli operatori turistici, che non sono stati informati per tempo della sospensione di legge, hanno maggiorato le tariffe 2016 tenendo conto anche della nuova tassa di soggiorno. «Il governo locale (vale e dire Uliano e compagni, ndr) nella sua colpevole ignoranza della legge stava già programmando l’investimento delle nuove entrate».
Basta leggere le anticipazioni sul programma estivo, annunciato dal sindaco boy scout alla Bit di Milano, per avere un riscontro oggettivo e concreto del danno di perdita d’immagine che ne deriva per Pompei.
«La impreparata e inadeguata maggioranza è avvisata». Infierisce la combattiva consigliera Padulosi, che per oggettivi interessi politici di minoranza rigira cinicamente il coltello nella ferita. Ad onor del vero, in questo settore, più che del ceto politico (in cui il responsabile diretto dovrebbe essere l’assessore alle Finanze) bisogna approfondire il livello di consulenza consapevole della dirigenza del comparto finanziario. Il Palazzo a riguardo ha fatto notare che «la delibera sulla tassa di soggiorno è del 22 dicembre 2015, la legge di stabilità di sei giorni dopo». Resta il dato (salvo precisazioni successive) che solo dopo il richiamo di Maria Padulosi si è aperto il problema mentre sulla tassa di soggiorno si poteva guadagnare un mese e mezzo di tempo nel dare un indirizzo aggiornato agli albergatori.