A cura della Redazione

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere – emessa dalla V Sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia per il tramite della Procura Generale – nei confronti di  Pasquale Rpicano.

L'uomo, attualmente detenuto per reati in materia di armi, è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio premeditato ed aggravato dalle finalità mafiose di Pietro Scelzo, commesso a Castellammare di Stabia il 18 novembre 2006.

La richiesta della misura restrittiva è stata avanzata dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, con riferimento alla sentenza con la quale la Corte di Assise di Appello di Napoli, nel novembre scorso, aveva condannato Rpicano alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per la durata di sei mesi. Era stato condannato all’ergastolo - in primo grado - il 12 giugno 2009 dalla Corte D’Assise, per poi essere assolto con sentenza della Corte di Assise di Appello nell'aprile 2011.

L’odierno provvedimento trae spunto da una lunga istruttoria dibattimentale e dalle recenti dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno consentito di acclarare l’esatta dinamica dell’efferato delitto commesso da Rpicano in concorso con Vincenzo Guerriero, alias “Enzuccio o’cane”, quest’ultimo poi suicidatosi nel carcere di Benevento nel 2017.

È stato grazie alle recenti dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che è stato possibile inquadrare l’uccisione di Pietro Scelzo – avvenuta in Vico Pace a Castellammare di Stabia – nel contesto del crimine organizzato ed in particolare nell’ambito della faida tra i due contrapposti clan D'Alessandro ed Omobono-Scarpa, conseguita all’avvenuta scissione nel 2004 di quest’ultimo gruppo dal clan di appartenenza facente appunto capo ai D'Alessandro.

L’omicidio di Scelzo, alias “o’nasone”, avvenuto proprio nel centro storico di Castellammare, si collocava in una fase estremamente violenta, caratterizzata da numerosi eccellenti delitti tra cui quelli di due affiliati al clan D’Alessandro.

(Nella foto, la sede del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata)