A cura della Redazione

Due misure cautelari per due maschi “padroni”. I carabinieri della stazione di Boscoreale, guidati dal luogotenente Massimo Serra, a chiusura di un’accurata indagine, hanno notificato due misure cautelari per due presunti responsabili di molestie su donne, che per mesi hanno dovuto subire soprusi.

Il primo ha 54 anni e per due anni ha fatto vivere nel terrore moglie e figli. Quattro ricoveri in ospedale per la donna e minacce continue di morte: “Ti faccio male, ti uccido. Mi compro una pistola e ti ammazzo. Adesso vado a prendere il fucile e ti sparo”. In due anni sono stati una decina gli episodi denunciati dalla donna alle forze dell’ordine. Il più eclatante nel 2016, quando l’uomo ha cambiato la serratura di casa e murato alcune stanze impedendo ai familiari di accedervi. L’uomo ha tentato perfino di investire la donna con un furgone mandandola all’ospedale con ferite alle ginocchia. L’ha anche percossa alla presenza dei figli prendendola per il collo.

Il Gip Giovanni De Angelis del Tribunale di Torre Annunziata, riconoscendo i reati di maltrattamenti e violenze in famiglia, ha disposto l’allontanamento del 54enne dalla casa e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie e dai figli.

Un altro caso, sempre a Boscoreale, è avvenuto nei mesi scorsi ed ha visto coinvolte una ragazza di 17 anni e la madre 40enne, vittime di stalking da parte di un 20enne che aveva mal digerito la fine del rapporto con la sua fidanzata.

Il bersaglio del giovane era soprattutto la madre della ragazza, colpevole - secondo lui - di ostacolare il suo rapporto con la figlia. "E’ colpa tua se ci siamo lasciati. Sei una p..., mi hai mandato i carabinieri a casa". Frasi oltraggiose dette a muso duro alla donna durante i suoi continui pedinamenti. Ma altri episodi hanno visto coinvolto il 20enne, come il lancio di una bottiglia nella finestra di casa e i danneggiamenti all’auto della 40enne.

Anche in questo caso, il Gip Antonello Anzalone ha disposto il divieto di avvicinamento ai luoghi (abitazione, ufficio e scuola) frequentati dalle vittime, contestando al giovane il reato di stalking.

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