E' polemica ad Ercolano per la chiusura della scola materna comunale di via Marconi, decisione assunta dal sindaco Ciro Buonajuto a causa del basso numero di iscritti e, al contempo, degli elevati costi da sostenere per l'Ente per mantenerla in attività.
Sulla questione c'è stato un botta e risposta piuttosto acceso tra lo stesso primo cittadino e la CISL FP, che a suon di comunicati hanno esposto, ciascuno, la propria visione dei fatti. In particolare il sindacato ha criticato pesantemente la scelta assnta dall'Amministrazione comunale.
"I sindacalisti Cisl hanno la memoria corta! - ha esordito Buonajuto -. È strano che la sigla sindacale abbia dimenticato che la decisione di chiudere la scuola materna comunale sia stata concertata e frutto di una attenta e lunga discussione in sede di piano di riequilibrio che ha coinvolto anche tutti i sindacati. La Cisl tra l'altro era rappresentata dal segretario provinciale Manfredi". Poi ha prosegito: "È vero che a Ercolano ci sono tanti bambini, ma è anche vero che le scuole sul territorio sono in numero maggiore rispetto agli iscritti. Tenere aperta questa scuola comportava un costo enorme per l'intera comunità ed ora non si può tornare indietro, e la Cisl lo sa bene. Si tratta di una polemica strumentale, anche perché il piano di riequilibrio è stato già approvato da Consiglio comunale e dal Ministero. Forse tali esternazioni rappresentano solo la necessità di non perdere consenso? Un buon politico e un buon sindacalista guardano sempre alle prossime generazioni, non certo alle prossime elezioni", ha concluso il sindaco.
Pronta la replica della CISL, a firma di Giuseppe Manfredi, capo dipartimento Funzioni Locali Napoli, con una lettera aperta indirizzata proprio a Buonajuto.
"Mai e poi mai - scrive Manfredi - le Organizzazioni Sindacali avrebbero accettato e condiviso la chiusura del plesso di via Marconi, anzi tale decisione, come le altre riguardanti tagli al personale dipendente del Comune di Ercolano, sono state fortemente contestate dapprima in sede di dibattito politico-sindacale, per poi sfociare in vera e propria protesta a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori".
Il sindacalista espone poi la questione in chiave prettamente economica: "Il presunto risparmio a seguito della chiusura della scuola era composto da due componenti: una quota certa e ben definita legata alle utenze (20.000 euro) e una quota potenziale ottenibile a seguito di riconversione di 2 unità di personale da adibire a custodi di parchi, ottenendo una probabile soppressione dell’esistente appalto di servizio (79.000 euro). È bene precisare che le somme poc’anzi menzionate devono essere considerate al lordo del finanziamento MIUR rivolto alle scuole paritarie dell’infanzia che annualmente l’Amministrazione comunale di Ercolano introita ai sensi e per gli effetti delle vigenti disposizioni in materia".
Per Manfredi, "in virtù del dato economico contabile fin qui espresso, che non sembrerebbe incidere in modo determinante e consistente sull’obiettivo di rientro, considerata la lesione della professionalità che avrebbero subito le lavoratrici (sette qelle impiegate nella scuola in questione, ndr) con l’applicazione delle disposizioni del piano di rientro, tenuto conto della privazione al cittadino-utente di un servizio fondamentale e atteso che non sembrerebbe avviata alcuna procedura atta alla cessione del plesso alla città Metropolitana di Napoli per inserire classi dell’Istituto Superiore di II grado presente sul territorio, come avrebbe potuto un Sindacato concertare la chiusura della scuola, così come affermato dal rappresentante legale del Comune di Ercolano?".
Manfredi parla apertamente di "degenerazione della democrazia" che sarebbe avvenuta quando il sindaco non ha governato i processi, "promessi pubblicamente alle dipendenti, di conversione del profilo professionale di insegnante con conservazione dei diritti acquisiti e con conseguente assegnazione presso la Biblioteca Comunale, per coloro che fossero interessate a restare nei ruoli dell’Ente ercolanese; di trasferimento presso altre Amministrazioni per le lavoratrici che avessero manifestato la propria volontà di proseguire l’esercizio dell’attività professionale di insegnante".
"Senza voler oltremodo alimentare inutili e sterili polemiche - dichiara infine Manfredi -, che non risolverebbero le demotivanti problematiche create alle lavoratrici, questa Organizzazione Sindacale conclude la presente lettera aperta con una frase rappresentativa di Giulio Pastore: Bisogna saper essere guide autentiche e tali si è nella misura in cui non ci si rende estranei ai problemi concreti che assillano i lavoratori. Non si tratta di andare incontro ai lavoratori, bensì di vivere in mezzo ad essi".