Lunga lettera dei sindaci di Cercola, S. Giorgio a Cremano, Pollena Trocchia, Ercolano, Portici, Volla, S. Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Somma Vesuviana, Torre del Greco, Sant'Anastasia, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, sulla situazione sociale ed economica che la pandemia di Covid-19 sta generando in Italia e, nello specifico, negli 11 Comuni del Vesuviano. I primi cittadini chiedono interventi urgenti per scongiurare la crisi socio-economica alle porte, soprattutto in ragione delle nuove misure restrittive che la Regione Campania sta per varare per contenere i contagi.
Ecco il testo della missiva.
Onorevoli Presidenti,
capiamo fino in fondo le motivazioni che hanno spinto tutti gli organi competenti alle decisioni che hanno portato l'Italia e la Campania, alla situazione odierna.
Esprimiamo gratitudine per il duro lavoro svolto, incuranti di stanchezze, orari e vite private. Gratitudine per i pericoli ai quali ogni giorno, e contro ogni interesse personale, tutti siete esposti, dal punto di vista della tutela e della salute: siete stati tutti un esempio validissimo di abnegazione e tenacia.
Non neghiamo anche noi una certa stanchezza, dettata soprattutto dalla difficoltà gestionale delle numerose ordinanze che si susseguono velocissime da un lato e dai nostri cittadini che, disorientati, sono allo sbando totale dall'altro. Facciamo ogni giorno i conti con le pochissime forze che abbiamo a disposizione, risorse economiche esigue e ancora di più quelle umane, costrette, per la propria ed altrui sicurezza, a limitazioni enormi. Andiamo avanti, come meglio possiamo, tuttavia, siamo costretti a chiedere misure urgenti per il sostengo alle nostre attività produttive e in modo particolare per il mondo del commercio e della ristorazione, già messo duramente alla prova con il precedente lockdown.
Non parliamo di numeri, ma di persone, di interi nuclei familiari costretti a scegliere se morire di Covid o di stenti, di polmonite virale o di fame. Siamo oltre la soglia del sacrificio, oltre la soglia del proverbiale pizzico sulla pancia: siamo all'emergenza.
Signori Presidenti, siamo al collasso.
La ricaduta sui settori economici è pesante, troppo, per fare in modo che le famiglie vadano avanti con serenità. Siamo consapevoli che il dilagare così incontrollato dei contagi abbia richiesto misure drastiche, comprendiamo perfettamente che vadano stroncate, subito, tutte le occasioni in cui il virus “viaggia” indisturbato, allo stesso tempo chiediamo, pertanto con forza e a gran voce, un piano di aiuto socio-economico alle categorie maggiormente colpite.
Abbiamo il dovere morale e civico, come responsabili dei nostri cittadini, di combattere in prima linea per il loro benessere fisico, ma anche per il loro benessere economico e sociale. La solidarietà, che in ogni modo abbiamo espresso loro, non basta più. Dobbiamo agire. Non domani: oggi. Ora!
Le richieste dei nostri cittadini non devono e non possono più rimanere inascoltate.
Attendiamo fiduciosi: se è vero che noi istituzioni dobbiamo poter contare sulla responsabilità di ogni nostro singolo cittadino, invogliando chiunque alle misure precauzionali ben conosciute, è pur vero che chi ci ha scelti, chi ci ha accordato la sua fiducia, deve poter contare sul nostro senso di responsabilità.