Sciolto per infiltrazioni camorristiche il Comune di Scafati.
La decisione è stata assunta dal Consiglio dei Ministri, a seguito di una vicenda che vede coinvolto l'ex sindaco Pasquale Aliberti, indagato per voto di scambio. Circostanza che aveva indotto lo stesso primo cittadino a rassegnare le dimissioni nel novembre scorso, portando al Commissariamento dell'Ente.
«Apprendo con profondo dolore la notizia dello scioglimento del Consiglio comunale, dopo una indagine di lunghi mesi - scrive Aliberti sulla sua pagina Facebook. Non sono più sindaco ma sono certo della legittimità degli atti prodotti e della camorra che sempre abbiamo tenuto a distanza, adottando anche atti forti. Leggeremo le motivazioni e insieme agli avvocati valuteremo, da subito, un eventuale ricorso al Tar. È giusto che paghi chi ha commesso errori, non è giusto penalizzare una comunità se non ci sono chiari e validi elementi di condizionamento. È una battaglia di giustizia nei confronti degli scafatesi tutti perché sono certo che il sindaco e i loro rappresentanti istituzionali - conclude Aliberti - li hanno scelti sempre in libertà e nella democrazia».
«Con profondo rammarico, apprendiamo della decisione del Consiglio dei Ministri di sciogliere il Comune per infiltrazione camorristica - dichiarano assessori e consiglieri di maggioranza -. Attendiamo fiduciosi le motivazioni che hanno indotto a tale decisione. Scioglimento a cui è possibile presentare ricorso avendo in noi consapevolezza nell'aver visto agire in ogni occassione questa Amministrazione con trasparenza e correttezza. Non in modo solo formale ma sostanziale. Alla luce di tale certezza, difenderemo sempre questa esperienza politica e amministrativa - concludono - con la speranza di far valere la verità».
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