A cura della Redazione
Ieri mattina cè stata una toccante manifestazione di disagio sociale sotto la casa Comunale di Pompei, che ha richiamato una folla di cittadini ma anche le forze dellordine, insieme allautoambulanza del pronto soccorso. Un sit in di un pregiudicato sotto Palazzo De Fusco si è trasformato in uno scatto di nervi, dettato dalla disperazione, che nasce dalla certezza di non avere i soldi per sfamare moglie e quattro figli per le prossime feste di Pasqua. Chiedo un lavoro, non lelemosina ha gridato Oreste, un trentenne originario di Moregine (una periferia degradata di Pompei) che ha saldato il suo conto alla giustizia con la privazione della libertà . Abbiamo avuto solo promesse ha replicato agli interlocutori -, i servizi sociali mi volevano liquidare con duecento euro ha successivamente spiegato . Con i soldi che mi volevano dare non ci pago neanche le bollette della luce e dellacqua. Oreste (così hanno detto che si chiamava) ha spiegato agli astanti che prima di rivolgersi a quelli che comandano a Pompei si è recato dal dirigente dei servizi sociali, Petirro, per lasciargli sulla scrivania i soldi che gli aveva mandato il Comune. Luomo, pervenuto in un secondo momento a Palazzo De Fusco, è stato fermato dagli uscieri. Ha chiesto di salire al primo piano (nelle stanze dellamministrazione comunale) ma quando sono arrivati per fermarlo le forze dellordine (Vigili Urbani ed un nucleo di uomini della Polizia di Stato) si è ribellato, agitandosi con la forza di un toro per guadagnare le scale daccesso. Allassessore Robetti, che gli si è avvicinato, interessandosi al suo caso, ha detto: La conosco, lei è una brava persona ma io voglio parlare con una delle due persone che comandano in questo palazzo: il sindaco o lassessore con i baffi. Alla fine è stato proprio lassessore Lo Sapio ad annunciare la buona notizia: il Comune si impegnerà a trovare al più presto un posto di lavoro alla moglie di Oreste, il pregiudicato che ora ha deciso di guadagnare i soldi per mantenere la famiglia, onestamente. La società civile ha il dovere di aiutarlo. Luomo, prima di salire le scale, per essere ricevuto dallassessore al personale del Comune di Pompei, è stato preso da unaltra crisi di nervi. E caduto a terra, dove è rimasto immobile per alcuni minuti, senza dare segni di vita, come preso da una crisi epilettica. Ha avuto bisogno delle cure del pronto soccorso, prima di riprendersi. Ha spiegato agli astanti:Mi basterebbe guadagnare anche quaranta euro al giorno per la mia famiglia. Con quaranta euro ce la faremmo a mangiare, pagare il fitto della casa e le bollette. In un momento di calma, conversando con le forze dellordine ha spiegato: Io sono un delinquente, mia moglie è una persona onesta, perché non danno un lavoro a lei ? Io non posso allontanarmi da Pompei perché sono un sorvegliato speciale. Ho lobbligo della residenza ha aggiunto se mi lasciano partire lo vado a cercare da solo il lavoro. Grazie a Dio non mi manca la forza di lavorare e non ho bisogno dellelemosina del Comune.
MARIO CARDONE