A cura della Redazione
Hanno beneficiato dellesenzione dal ticket senza averne titolo. In duecento sono stati denunciati a piede libero dai carabinieri della caserma di via Lepanto, alle dipendenze del luogotenente Vittorio Manzo e del vice Serra. I reati ipotizzati sono truffa aggravata e continuata ai danni dellAsl Napoli 5 e falso materiale ed ideologico. Ci sono voluti cinque mesi di indagine, ma, alla fine i militari della Compagnia di Torre Annunziata, coordinati, sul campo, dal maggiore Pa-squale Sario e dal tenente Marco Spaziani, hanno tirato le somme dellattività di monitoraggio svolta, facendo emergere vicende ai limiti del paradosso. Nella rete sono incappati nu-merosi insospettabili di Pompei e dei comuni del circondario. Imprenditori, liberi professionisti e semplici cittadini che pur di non pagare prestazioni sanitarie, come esami di laboratorio e radiografie, hanno dichiarato di non possedere alcun reddito. Loperazione è stata denominata Codice rosso 2, mutuando il termine con cui, nel triage ospedaliero, si indicano le prestazioni che sono urgenti ed indifferibili in quanto pongono a rischio la vita umana. In realtà si tratta dellennesima indagine degli investigatori di via Lepanto, finalizzata a debellare il fenomeno delle truffe ai danni della locale azienda sanitaria. Il danno accertato per le casse della Napoli 5 si aggira intorno ai cinquantaduemila euro. Gli in-dagati riedono tutti tra Pompei, Santa Maria La Carità e S. Antonio Abate. Le indagini sono state condotte nel massimo riserbo per evitare fughe di notizie. Lintera documentazione inerente le prestazioni erogate è stata passata al setaccio ed incrociata con i dati dellAnagrafe Tributaria presso il Ministero delle Finanze. Così comera accaduto nella prima tranche dellinchiesta, sono emerse situazioni incredibili, prontamente segnalate alla magistratura per lavvio del pro-cedimento penale. Lelenco degli indagati la dice lunga sul grado di diffusione di questa deprecabile pratica che costringe la pubblica amministrazione a sobbarcarsi di costi ingenti. Adesso la parola passa ai pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Linchiesta ha posto al centro dellattenzione le domande di rimborso presentate nel corso del 2006. i dati raccolti hanno immediatamente destato lattenzione dei tutori dellordine: su 370 presentate ben 200 sono risultate mendaci. Tra gli utenti colti in fallo vi sono anche lavoratori dipendenti che hanno dichiarato di essere privi di occupazione. Le verifiche effettuate presso il Centro per limpiego di Pompei hanno, invece, evidenziato che si tratta di soggetti in possesso di un regolare posto di lavoro che ben avrebbero potuto sobbarcarsi lonere di versare il corrispettivo dovuto senza alcun problema. Di qui il deferimento allautorità giudiziaria. Nella stragrande maggioranza dei casi i redditi realmente percepiti dagli interessati vanno ben oltre il limite dei tredicimila euro a nucleo familiare previsti dalla normativa vigente per ottenere il beneficio. Un imprenditore dellhinterland si è visto inscrivere nel registro degli indagati tenuto presso il Palazzo di giustizia oplontino, in quanto a-vrebbe chiesto lesenzione a fronte di un fatturato annuo della propria azienda superiore ai centomila euro. I carabinieri hanno passato al setaccio le dichiarazioni pervenute al distretto sanitario 86 nellarco dellanno sociale. Il materiale raccolto è stato trasmesso alla direzione generale dellAsl Napoli 5 di Castellammare che provvederà alla sospensione immediata del ticket, oltre ad agire in sede civile per ottenere il risarci-mento del danno subito dallattività truffaldina. Il lavoro dei carabinieri non si ferma. La task force istituita contro i reati amministrativi, infatti, sta adesso esaminando la documenta-zione relativa allannualità 2007. E qualcuno sta già tremando per quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane.
CALBO