A cura della Redazione
I percorsi della memoria, in scena a Trecase. Le parole, i giochi e i racconti di una volta, al servizio dei giovani. Divisa in tre temi, la manifestazione ideata ed organizzata dallAssessore alla Cultura Raffaele Vitiello, dal poeta Nino Vicidomini, dal dirigente scolastico Sebastiano Bauso e dallAssociazione culturale Esseoesse ha raggiunto in poco tempo un notevole successo. La kermesse culturale inaugurata in questi giorni ha coinvolto gli stessi allievi della Scuola Media DAngiò, che ha ospitato il primo tema sugli oggetti in disuso. Il 25 novembre sarà la volta del Circolo Didattico di via Vesuvio che ospiterà i vecchi giocattoli e altrettanti semplici giochi. La rassegna si concluderà sul tema i racconti dei nonni, un ciclo di testimonianze e di esposizioni. che si svolgerà presso il teatro Corelli a fine novembre. Una manifestazione organizzata nei minimi dettagli da tutto lo staff che già nelle prime giornate, come dicevamo, ha raccolto un vasto successo di pubblico. Il vecchio braciere, lasciuga panni, la caffettiera napoletana ed altri curiosissimi oggetti ormai in disuso, sono stati gli interpreti principali allapertura della rassegna culturale. Stamane, toccherà ai carruoccioli, al pulcinella, alla mazze e opiveze, al mitico strummolo ed altri umili giochi far gioire i visitatori presso la scuola elementare del comune vesuiviano. Un viaggio in un mondo dove la tecnologia moderna ha rivoluzionato il linguaggio, cambiando perfino il modo di vivere. Recuperare quello spazio perduto negli anni, è stato lo scopo finale che ha riunito le varie rappresentanze del mondo politico, civile e culturale di Trecase. Un lavoro sinergico, in cui le difficoltà incontrate sono state notevoli ma che alla fine hanno centrato in pieno lobiettivo prefissato. I percorsi della memoria - hanno dichiarato gli organizzatori, - è uniniziativa che vuole essere un filo legato al nostro passato da trasferirlo alle nuove generazioni, utilizzando oggetti e strumenti in forma pratica e visiva dallimmediato effetto emozionale.
PAOLO BORRELLI