Torre Annunziata ha dato i natali, nel mondo dello sport, a tanti campioni, soprattutto calciatori, arbitri e pugili.

Ce n'è uno, però, che è poco conosciuto, eppure ha raggiunto traguardi  eccezionali nel nuoto, anche se a livello dilettantistico. Ma il fatto più straordinario è rappresentato dall'età in cui ha iniziato a praticare in mare aperto questo sport... ad oltre quarant'anni e senza una gamba! Questo nostro concittadino è Salvatore Cimmino. Lo abbiamo intervistato per far conoscere ai nostri lettori la sua leggendaria storia..

Salvatore, puoi raccontarci la tua vita iniziando dall'infanzia?

“Sono nato a Torre Annunziata, in via Talamo, il 23 giugno 1964. Mio padre Ciro era un dipendente del Comune di Torre Annunziata e mia madre Gelsomina De Lorenzi una casalinga. Ho frequentato le scuole elementari in diverse sedi tra via Eolo, piazza Matteotti e Largo Fabbrica d'Armi. Mi sono iscritto poi alla scuola media "Parini" e successivamente all'istituto superiore "Ernesto Cesàro", dove ho conseguito il diploma di ragioniere. All'università "Parthenope" ho sostenuto ventuno esami alla facoltà di Economia Marittima, me ne mancavano pochi per la laurea ma ho lasciato per motivi di lavoro". 

E' iniziata allora la tua passione per il nuoto?

"No, diversi anni dopo. Devi sapere che all'età di 14 anni mi fu diagnosticata una rara malattia delle ossa, l'osteosarcoma, e sei mesi di vita. L'unico modo per salvarmi era quello di amputarmi parte della gamba destra. Cosa che feci all'istituto ortopedico "Rizzoli" di Bologna, stetti in coma farmacologico per un mese, ma tutto si concluse fortunatamente bene, riuscii a superare quel momento drammatico. Purtroppo due ragazzi della mia stessa età, in camera con me, non ce la fecero. Questa mia disabilità è stata poi successivamente la causa della mia passione per il nuoto.

Cosa facesti dopo?

"Come ti ho detto abbandonai gli studi all'università perché a 24 anni, nel 1988, fui assunto all'Aeritalia di Pomigliano d'Arco come impiegato amministrativo, poi trasferito al Centro Aereospaziale di Tolosa in Francia, dal 1993 al 1996, e dal 1998 a Roma, dove lavoro attualmente nella Leonardo Aereospaziale. Mi sono sposato e ho un figlio di 26 anni".   

L'inizio della carriera sportiva di Salvatore Cimmino         

Quindi hai iniziato tardi la tua attività sportiva... 

"Sì, a 41 anni mi sono iscritto ad un corso di nuoto in piscina per motivi terapeutici ed ho imparato a nuotare imitando i ragazzini nella vasca accanto alla mia, mai avrei pensato che quella decisione avrebbe rappresentato una grande svolta nella mia vita. Da allora mi sono dedicato alla causa dei disabili, a lottare per il diritto umano di costoro ad accedere alle cure più idonee, alle terapie più avanzate e alle tecnologie più congeniali alle loro esigenze". 

E quindi da allora è iniziata la tua battaglia per l'inclusione sociale delle persone con disabilità.    

" Infatti, l'anno dopo, nel 2006, ho dato vita al mio progetto di nuotare su lunghe distanze per far conoscere i problemi dei disabili, abbattere qualsiasi barriera architettonica e favorire il loro pieno inserimento nella società. Partii dal Lido Ondine di Capri per raggiungere a nuoto il Peter Beach di Sorrento, fu il mio battesimo in una traversata su lunga distanza, di 22 chilometri, che completai in otto ore. Nel 2007 organizzai il "Giro d'Italia a nuoto", durante il quale diventai atleta del Circolo Canottieri Aniene".                                                                                        E poi hai continuato partecipando ad altre iniziative?

 Due anni dopo sono stato testimonial del "Giro d'Europa a nuoto", sei tappe tra cui gli Stretti di Messina, Gibilterra, Oresund, che separa Danimarca da Svezia, Capo Salvore, al limite meridionale del Golfo di Trieste, e il Canale della Manica,  un percorso che mi ha assegnato il record italiano di tutti i tempi, completato in 9 ore e 50 minuti. Pensa che la traversata dello Stretto di Cook, che divide le due isole principali della Nuova Zelanda, l' ho fatta  durante l'inverno australe, a tratti con una temperatura sotto i 10 gradi!".

A nuoto nei mari del globo

Un Progetto che hai ampliato con "A nuoto nei mari del globo".

"Sì, un progetto grandioso che ho presentato a New York, nella sede dell'ONU, grazie all' allora segretario generale delle Nazioni Unite, il coreano Ban Ki Moon, che era stato contattato da un suo amico, docente di bioingegneria dell'università Roma Tre, da me conosciuto e al quale avevo esposto il progetto”.

All'interno del quale c'è l'«Oceans Seven».

"Sì sette nuotate in acque libere più impegnative al mondo, ispirato alla «Seven Summits», le sette cime più alte del nostro pianeta. Un'impresa ardua in sette oceani dalle acque molto fredde e molto calde, dalle forti correnti e dai forti venti, che ha richiesto notevoli risorse finanziarie, il supporto di esperti locali e una programmazione lunga e meticolosa. Già ho superato le prime tre tappe, mi mancano le ultime quattro sfide  che affronterò nei prossimi tre anni. Tra esse c'è il percorso più lungo, addirittura di ottanta chilometri, nel lago Kivu, che si trova al confine tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda".                                       

E così, ad oltre sessant'anni, avrai compiuto imprese natatorie memorabili...                                 

"E poi penso che smetterò per dedicarmi ancora di più alla famiglia e a mia moglie Stefania, che ringrazio per la grande pazienza e disponibilità, per essere stata sempre al mio fianco in questa mia lunga battaglia a difesa dei diritti dei disabili, e così troverò molto più tempo anche per ritornare spesso a Torre Annunziata, dove ho trascorso momenti molto belli della mia infanzia, adolescenza e gioventù, una città che porto sempre nel cuore".                                         

Al termine di questa intervista, vorremmo fare una proposta al sindaco Corrado Cuccurullo e all'amministrazione comunale. Quella di attribuire a questo atleta straordinario un riconoscimento ufficiale per averci onorato nei mari di tutto il mondo e per aver lottato per l'inserimento a pieno titolo dei disabili nella società, anche con una sua  proposta di legge per l'equiparazione degli infortuni nella vita a quelli sul lavoro, depositata in Commissione Sanità e Affari Sociali del Senato, con il titolo “Disposizioni in materia di mobilità personale delle persone con disabilità”.