A cura della Redazione
Un aiuto concreto ai più deboli. Martedì 20 dicembre, i bambini del II Circolo Didattico Giancarlo Siani porteranno i doni ai poveri della comunità parrocchiale dellImmacolata Concezione, come i pastori fecero con Gesù Bambino. Gli studenti della sezione Albergiero dellistituto Graziani di Torre Annunziata, invece, cucineranno alla mensa dei poveri Don Pietro Ottena.
In questi ultimi anni si è persa un po della poesia del Natale, che è soprattutto festa intima dello spirito. Se riduciamo tutto alla frenesia degli acquisti e delle spese per i regali, quando le feste saranno finite, ci ritroveremo con un po di amarezza in bocca, come se avessimo trascurato di fare o di vivere qualcosa di veramente importante. Avremo trascurato di vivere il Natale dello spirito, di accogliere la lieta novella della Natività nei nostri cuori, di dedicare un po di noi e del nostro tempo al bene.
E se, invece, anche in un periodo di forte crisi, pensassimo ad un Natale diverso, dono damore? Potremmo vivere così un Natale come quello preparato dai piccoli alunni della scuola di via Tagliamonte diretta dal dirigente Gennaro Cirillo. Sarà una festa, una Betlemme ornata di trofei. I bambini, con occhi stupiti, accolgono nel proprio cuore il messaggio divino, vestiranno da contadini o montanari come i pastori allannuncio della nascita di Cristo.
La cornice di questo Natale è la mensa dei poveri, dove saranno cucinate ricette ricche di ingegno. Sapori semplici da realizzare avendo a disposizione pochi ingredienti, che tuttavia non impediranno ai bravi allievi cuochi della sezione Alberghiero del Graziani di creare pietanze prelibate e gustose. Sotto la guida del preside Salvatore de Rosa, la scuola, negli utlimi anni, ha fatto passi da gigante soprattutto nella sezione alberghiera, distinguendosi per le possibilità che vengono prospettate ai giovani di un lavoro concreto ed effettivo dopo il diploma. Gli studenti sanno cucinare bene la pasta, come si è visto nei mesi passati quando hanno partecipato allo Sport Club Oplonti alla manifestazione Spaghetto doro.
Nella mensa ci saranno lunghi tavoli coperti da tovaglie rosse e candele profumate.
A pranzo con i poveri cè sempre unaria di festa, impossibile da trovare al ristorante. Sembra di essere in famiglia, ma forse nella famiglia di un tempo, dove anziano e neonato, giovani e meno giovani si trovavano insieme per mangiare e magari divertirsi con un gioco di carte o con la tombola. Don Bosco diede ad ogni sua opera il nome di Casa e volle che in esse si vivesse come in una grande famiglia. Don Pasquale Paduano, nelle sue ore dinsegnamento religioso allistituto Graziani, ha fatto capire ai suoi studenti che la Mmisericordia nasce dalla compassione ma non si ferma a commiserare. Essa si concretizza in gesti e, soprattutto, in azione.
I giovani studenti attingeranno nuove forze ed esperienza dal contatto aperto e fiducioso con i poveri della mensa. Sanno che il Natale è festa solenne per tutti, cucineranno per chi ha fame, ma questo impegno di oggi non dovrà essere una esperienza fine a se stessa, la solita buona azione. Dovrà, invece, rappresentare loccasione per migliorare la propria vita.
A Natale è quasi dobbligo essere buoni ma limpegno è quello di trasformare ogni giorno in Natale, in unoccasione per testimoniare il messaggio di Gesù.
La sofferenza, anche solo dello spirito, attanaglia tante persone. Abbiamo tanto lavoro da fare, non ricordiamocene solo nelle feste.
ANNA ARICO
dal settimanale TorreSette del 16 dicembre 2011