Il 1° di aprile di ogni anno, quasi tutti noi facciamo o subiamo scherzi: una tradizione diffusa in tutto il mondo che ha origini molto antiche ma dalla storia ancora incerta.
Sembra, tuttavia, verosimile che in molte culture antiche si tenessero proprio in questo giorno riti o feste di “rinascita” per festeggiare la fine della stagione invernale e l’inizio della stagione primaverile, feste a cui il “il pesce d’aprile” sembra essere in qualche modo collegato.
Nel prepararci ad organizzare il nostro pesce d’aprile, diamo un’occhiata agli scherzi più famosi della storia.
La Bbc nel 1957, proprio il primo aprile, mandò in onda un reportage verosimile sulla raccolta degli spaghetti in Svizzera. Raccontò cioè che si stavano potando degli alberi che producevano questo tipo di pasta. Qualche anno più tardi, nel 1965, annunciò invece dei test per una nuova tecnologia: “Smell-o-vision”, che permetteva di trasmettere odori attraverso le onde dell’aria. In tutti e due i casi tanti telespettatori chiamarono per saperne di più.
Il quotidiano The Guardian invece il primo aprile del 1977 dedicò qualche pagina alla descrizione dettagliata dell’isola di San Serriffe. Si scoprì solo più tardi che questo Stato non esisteva affatto!
Nel 1938 lo scrittore Orson Welles progettò un pesce d’aprile che molti ricordano: nel programma telefonico “La guerra dei due mondi” annunciò l'invasione degli alieni. Essendo la radio uno dei mass media più importanti, la notizia fu presa per buona e il centralino della polizia fu tempestato di chiamate. Il giorno dopo lo scrittore ammise la burla ma alcune città americane subirono ingenti danni, specie i supermercati che furono letteralmente presi di assalto. Ad onor del vero, bisogna precisare che questo scherzo, come ammise lo stesso Welles, era stato programmato per il 1° aprile ma a causa di un guasto tecnico fu possibile realizzarlo solamente a ottobre.
Più recente invece lo scherzo della Bbc che, nel 2008, ha mandato in onda un video con dei pinguini volanti, definendoli “un altro passo nell’evoluzione della specie!”
Insomma, stiamo all’erta e cerchiamo di non abboccare all’amo!