Attore, regista, sceneggiatore, comico, cantante e doppiatore, Saturnino Manfredi, in arte Nino, era tutto questo. Tra i più apprezzati Artisti italiani, nasceva cento anni fa a Castro dei Volsci, in provincia di Frosinone.
Sguardo malinconico, sorriso accattivante e versatilità, i condimenti che fanno di lui un uomo poliedrico, riuscendo con “leggiadria” ed autenticità a passare dal comico al drammatico donando al pubblico perle pregevoli ed imperiture. Scrivendo le pagine più belle, la storia del cinema nostrano.
Trasferitosi a Roma, agli inizi degli anni Trenta con la famiglia, viene iscritto in un collegio religioso, da cui scapperà più volte, da giovane contrae la tubercolosi e resta per lungo tempo in sanatorio ed è proprio qui che si innamora della recitazione dopo un’esibizione della compagnia teatrale di Vittorio De Sica. Nonostante la sua passione per il teatro si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza per i genitori e nel 1944 in contemporanea inizia a frequentare l'Accademia nazionale d'arte drammatica, dove conoscerà il suo maestro, Orazio Costa. Si laureerà nel 1945 ma non eserciterà mai la professione. Diplomatosi nel’47 all’Accademia debutta al Teatro Piccolo di Roma, nella compagnia Maltagliati-Gassman, affrontando ruoli per lo più drammatici. Lavora con Strehler ed Eduardo De Filippo.
Negli anni ’50 si esibisce prima in radio e poi in molti spettacoli di rivista e musicali con Paolo Ferrari e Gianni Bonagura, con i quali forma un terzetto. I successi teatrali che lo accompagneranno a vita saranno soprattutto due: “Un trapezio per Lisistrata” e “Rugantino”, entrambi di Garinei e Giovannini. Negli stessi anni si avvicina alla televisione, partecipa a “Canzonissima” regia di Antonello Falqui, portando in scena la macchietta di “Bastiano, il barista di Ceccano” la cui battuta fusse che fusse la vorta bbona ancora oggi è un tormentone.
Ha lavorato con i più grandi registi di sempre: Risi, Scola, Damiani, Loy, Comencini. Annoverare tutti i suoi successi cinematografici e premi come “Nastro d’argento”, “David di Donatello” e “Palma d’oro” costerebbe un elenco interminabile. Alcuni dei quali: debutto cinematografico in “Torna a Napoli” (1949) e poi “Questa volta parliamo di uomini”(1966), “Nell’anno del Signore”(1970), “Per Grazia Ricevuta” (1971), “Pinocchio” (1972), “Pane e cioccolata” (1974)“In nome del Papa Re” (1978).
Un’incredibile carriera, quella di Manfredi, partita da una lunga gavetta ma che ha raggiunto e riempito ogni angolo di ciò che viene chiamato spettacolo, più che interprete era ed è ancora lui lo Spettacolo.