Sequestrato stabilimento della società TGS srl che effettua la lavorazione della “galvanica elettrolitica”, con sede nel comune di Striano.
Il rappresentante legale è ritenuto responsabile dei reati di inquinamento ambientale, di scarico abusivo di reflui industriali e di illecito smaltimento e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi.
Ad eseguire il provvedimento il Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica oplontina, è stato il personale della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, che si è avvalso della collaborazione tecnica di un chimico in qualità di ausiliario di Polizia giudiziaria.
L'azienda, senza le dovute autorizzazioni e in assenza di un adeguato trattamento depurativo, avrebbe scaricato abusivamente le acque reflue industriali provenienti dal ciclo lavorativo dello stabilimento. Le analisi di laboratorio avrebbero infatti rilevato la presenza di metalli pesanti (zinco, cromo, rame) prodotti dal ciclo lavorativo che, invece di essere presenti solo nel "circuito chiuso" utilizzato dall'opificio, erano presenti anche nel suolo, sottosuolo e nella fognatura pubblica, con un grave danno all'ambiente.
Nel corso degli accertamenti sono emersi anche uno smaltimento illecito e un abbandono incontrollato dei rifiuti liquidi pericolosi. Durante le attività di sequestro, infine, sarebbe stato accertato come le vasche del circuito chiuso tracimassero, tanto che i reflui finivano direttamente sul suolo. Denunciati all'autorità giudiziaria i titolari dell'azienda.
«Il provvedimento cautelare reale – si legge nel comunicato a firma del Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso -, resosi necessario al fine di evitare la compromissione ulteriore dell'ambiente circostante e del fiume Sarno, si inserisce in una più ampia e articolata attività investigativa condotta da tempo dalla Guardia Costiera, dai carabinieri del Comando tutela ambientale e dai carabinieri forestali, sotto il continuo coordinamento di questa Procura, fine di individuare e sanzionare gli scarichi abusivi dei reflui industriali recapitanti direttamente ed indirettamente nel fiume Sarno, nei suoi tributari e nella pubblica fognatura».