Cinque indagati nell'ambito di una inchiesta della Procura di Napoli Nord, accusati a vario titolo di peculato, detenzione, cessione e porto illegale d'arma, tentata estorsione, simulazione di reato e furto.
Tra loro, vi sono anche due fratelli, R. I. e B. I., operatori tecnici della Polizia di Stato.
Le indagini, eseguite con le dovute cautele e discrezione dalla Squadra Mobile di Napoli e dagli agenti del Commissariato di Afragola, erano state avviate a seguito della denuncia di R. I., presentata nel novembre 2022, di rapina dell'arma di ordinanza. Attraverso la visione dei filmati di videosorveglianza e intercettazioni ambientali e telefoniche, gli inquirenti hanno potuto appurare che in realtà la rapina era stata simulata con la complicità del fratello e di altri due indagati.
Il motivo era che il poliziotto era oberato di debiti e la pistola era stata messa a disposizione del creditore (di fatto, il suo "aguzzino"), per il tramite di due coindagati, al fine di contenere per l'appunto le pressanti richieste di adempimento dei pagamenti avanzate dallo stesso.
Un altro indagato, ossia il creditore a cui era stata affidata l'arma, avrebbe anche minacciato il poliziotto di rivelare alle forze dell'ordine che era in possesso della sua pistola, qualora non avesse onorato i suoi "impegni".