A cura della Redazione
Due maestri di vita e di giornalismo. La sala stampa e la tribuna stampa dello stadio Giraud di Torre Annunziata, sono state intitolate rispettivamente a Leonardo Sfera e Catello Coppola. Una cerimonia toccante ed emozionante, con la quale è stato conferito il giusto riconoscimento a due uomini che non ci sono più, ma che sono stati, e lo sono tuttora, esempi di professionalità e passione. Quella stessa passione che li ha accomunati per anni, il Savoia.
Alla cerimonia hanno pertecipato familiari, colleghi ed amici. A rappresentare le Istituzioni, il sindaco Giosuè Starita e il consigliere delegato allo Sport, Domenico De Vito, che ha fortemente sostenuto l´iniziativa. Presenti anche il presidente del Savoia, Raffaele Verdezza, il presidente della sezione AIA "F. Santucci" di Torre Annunziata, Alfonso Pacifico, e l´arbitro di serie A, Marco Guida, e rappresentanti delle forze dell´ordine.
«L´idea di intitolare la sala stampa e la tribuna stampa del Giraud a due grandi nomi del giornalismo torrese - ha spiegato De Vito - è nata dopo una chiacchierata con gli amici di TorreSette ed i colleghi giornalisti cresciuti professionalmente e umanamente proprio grazie agli insegnamenti di Nardino Sfera e Catello Coppola. Io ho raccolto subito la proposta, e mi sono prodigato realizzarla in tempi brevi. Non è stato semplice, considerate le tante lungaggini burocratiche. Però, alla fine, ci siamo riusciti. Una grande passione mi legava a Catello Coppola, ed era il Savoia. Con lui - prosegue De Vito - ho condiviso gioie e amarezze legate alle sorti della squadra. Siamo orgogliosi, come Amministrazione comunale, di aver dato il giusto tributo a due grandi uomini, che continuano a vivere nei nostri cuori anche grazie all´impegno di tanti loro colleghi».
Il sindaco Starita ha sottolineato come sia importante coltivare il valore della memoria. «Prima che giornalisti, Leonardo Sfera e Catello Coppola erano soprattutto persone e cittadini di grande spessore umano - ha dichiarato Starita -, e vanno ricordati per il loro impegno e la loro passione. La memoria deve essere alimentata quotidianamente e viverla come un percorso di crescita culturale e civile del nostro territorio».
Rino Santoro ha poi ricordato Nardino Sfera, a nome di tutti quei giornalisti cresciuti all´ombra del Professore: Massimo Corcione, Catello Coppola, Vincenzo Pinto, Giuseppe Chervino, Giuseppe Lucibelli, Silvestro Di Maria.
«Lo chiamavamo così - spiega Santoro - per la sua cultura immensa, direi enciclopedica. Genialità e "penna" straordinarie erano le sue principali caratteristiche. Nardino era un uomo che aveva le sue passioni ed abitudini: il caffè al bar all´angolo di via Gambardella, le sigarette, che tra l´altro non poteva fumare, e l´amore sconfinato per i suoi nipoti. Oltre, naturalmente al Savoia. Lui e Catello Coppola rappresentano l´esempio di come lo sport possa unire persone all´apparenza diverse».
Toccante anche il pensiero della figlia di Catello Coppola, Candida: «Ringrazio tutti gli amici e colleghi che hanno reso possibile questa indimenticabile giornata. Papà viveva per il Savoia, a cui ha dedicato più di trent´anni della sua esistenza. Il Savoia veniva prima di tutto e di tutti, anche della famiglia. Pensate - ha ricordato con il sorriso sulle labbra - che non era presente al Battesimo di mio figlio perché doveva seguire una partita dei bianchi. Spero che anche i miei figli, Christian e Lorenzo, un giorno possano coltivare la stessa grande passione del nonno».
Una nota a margine della manifestazione. Il professore Salvatore Prisco, docente all´Università Federico II di Napoli, ha voluto ricordare anche Paolo Borrelli, collega giornalista e dipendente comunale scomparso prematuramente alcune settimane fa. Prisco ha chiesto al sindaco di intitolargli la sala stampa del Comune. Il primo cittadino ha manifestato la sua disponibilità in tal senso.
Nella foto panoramica, le targhe di intitolazione della sala stampa e della tribuna stampa del Giraud a Leonardo Sfera e Catello Coppola.
Nell´immagine piccola, da sinsitra: Rino Santoro, Giosuè Starita e Domenico De Vito
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