A cura della Redazione
La Cava, the day after. Disponibile, tranquillo e pacato come sempre, il dimissionario allenatore del Savoia non conferma il suo immediato ritorno sulla panchina torrese. Era stato il direttore sportivo Felicio Ferraro a ventilare questa ipotesi ieri, in sala stampa, a caldo dopo lindecifrabile derby con la Viribus. Ma Sergio La Cava (nella foto) consiglia di non correre con la fantasia. Con le mie dimissioni, volevo che venisse fuori finalmente la verità. Favorire, insomma, tutte quelle azioni utili sostiene il tecnico per restituire allambiente la necessaria compattezza. Quindi? Il presidente e i dirigenti lo sanno bene: se non si creeranno tutti i presupposti che ho elencato loro, è molto improbabile rivedermi di nuovo a Torre. Credetemi sbotta il coach avellinese - la mia è stata una decisone molto sofferta. Non è semplice lasciare una squadra che hai prelevato in piena bagarre playout e lasciarla dopo averla condotta di prepotenza al quinto posto in classifica. E proprio la posizione in graduatoria doveva consigliare agli attori della soap Stipendi di riflettere sulla messa in onda di puntate in cui dominavano intrighi, ingiurie e ripicche. La Cava è dotato di troppa serietà e deontologia professionale per non accorgersi che i calciatori non lo seguivano più, non riuscendo a tenere lontano dal rettangolo di gioco le continue e concitate rivendicazioni salariali. Ieri, almeno cinque biancoscudati hanno dovuto ricorrere ai sanitari per crampi nel corso dellincontro, ma, soprattutto, ciò che ha maggiormente suscitato perplessità tra i presenti al Giraud, è stato latteggiamento abulico e rinunciatario di tutta la formazione torrese. La stagione può essere ancora salvata, così come la posizione in classifica. Basta prenderne coscienza conclude Sergio La Cava ed adottare i provvedimenti che le circostanze richiedono. Non aggiunge altro lallenatore che si chiude alle spalle la porta del F.C. Savoia alla sua maniera con cortesia e delicatezza, senza sbatterla. Un segnale premonitore? Chissà...