A cura della Redazione
«Non vado via, ma scappo!». Il giorno dopo lannuncio, Luigi Giannatiempo (nella foto) è convinto e categorico. Dimissioni confermate e una valanga di veleno che guarnisce le motivazioni. Il presidente parla alla stampa visibilmente adirato e si fa accompagnare da una busta da dove tira fuori assegni insoluti e protestati a firma del F.C. Savoia srl. Ecco le prove dellinconsistenza dei miei soci sbotta maneggiando i titoli di credito che vi invito a visionare. Impegni non onorati che oramai sono diventati unautentica ossessione per il sottoscritto. Sul tavolo gli assegni e sul volto dei presenti la sorpresa per un gesto sintomatico di una situazione in via di degenerazione che potrebbe compromettere seriamente il futuro del sodalizio biancoscudato. «Onorerò il mio 60% fino al termine della stagione continua infuriato perché mi chiamo Luigi Giannatiempo, titolare di due aziende e conosciuto come un imprenditore serio. Il resto è appannaggio di altre persone in percentuale alla quota da loro posseduta. Pensate che personalmente non li conosco nemmeno tutti (si riferisce ai rappresentanti del Polo Nautico, ndr)». Poi attacca duramente i calciatori che oggi hanno deciso di disertare la seduta di allenamento: «Sono solo mercenari dai quali, però, non mi faccio ricattare. Martedì scorso hanno incassato il premio partita pattuito per la gara con il Giugliano aggiunge inviperito ed oggi per tutta risposta non si sono allenati. No, a queste condizioni assurde non ci sto a continuare!». Lallenatore Sergio La Cava ci tiene a motivare le sue dimissioni. «Sono consequenziali a quelle del presidente e del direttore sportivo precisa il tecnico perché loro mi hanno voluto qui a Torre. Non potevo comportarmi altrimenti. Sottolineo, però, che resto sempre lallenatore del Savoia e mi siederò in panchina fino alla fine del campionato anche se in campo dovesse andare la juniores». Dopo la stampa Giannatiempo si è intrattenuto contemporaneamente con squadra e tifosi. Un incontro non senza tensioni dove i sostenitori torresi hanno manifestato tutto il loro dissenso nei confronti dei giocatori e del loro atteggiamento fiscale ed intransigente sulla questione emolumenti. In effetti le mensilità arretrate sono solamente due. «Invitiamo questi atleti - sostengono i supporters oplontini - a volgere lo sguardo alle difficoltà economiche attraversate da altre società calcistiche del circondario e dal movimento in generale. Ci sono squadre che sono ferme con il pagamento degli stipendi ad ottobre e loro, per appena un mese e mezzo di ritardo, si permettono di scioperare e non allenarsi. E tutto semplicemente assurdo!».