La procura di Milano ha fatto appello al tribunale del Riesame chiedendo gli arresti domiciliari per Alessandro Basciano, arrestato e poi scarcerato, perché ci sarebbe, secondo i magistrati, il rischio che “possa commettere atti persecutori” nei confronti dell’ex compagna Sophie Codegoni, che lo ha denunciato per stalking prima nel dicembre 2023 e poi nel novembre 2024. I domiciliari dovrebbero diventare esecutivi nelle prossime settimane, ma per ora il dj ligure resta sì indagato per stalking senza nessuna misura restrittiva.
Lo scorso 27 novembre, dopo la scarcerazione, Basciano si era sfogato sui social denunciando il fatto che non gli viene consentito di vedere sua figlia: “Sono stato privato della libertà che è la cosa più preziosa per un uomo. Anzi no, la seconda, la prima sono i figli ed io sono stato privato anche di questo, perché ancora oggi non riesco a vedere la mia bambina. Questo nonostante io non abbia alcuna restrizione nei confronti di alcuno. Riabbracciare mia figlia sarebbe la carezza sull’animo di cui, ora più che mai, avrei bisogno”.
Al riguardo, nelle ultime ore l’ex concorrente del Grande Fratello Vip ha pubblicato tra le sue Instagram stories la risposta che è arrivata dal legale di Sophie al suo in merito alla richiesta di poter vedere la piccola Céline Blue. “[…] Alla luce degli ultimi fatti occorsi, nonché dei recentissimo sviluppi del procedimento penale a carico del tuo assistito, le richieste da quest’ultimo avanzate, tuo tramite, siano allo stato quantomeno inopportune”, si legge nella pec inviata all’avvocato di Alessandro.
Lo sfogo di Alessandro Basciano
“Basta! Davvero non comprendo come un genitore possa impedire all’altro, in maniera assolutamente arbitraria e prepotente, di vedere la figlia – ha commentato Basciano -. Posso sopportare le cattiverie ed i soprusi rivolti a me come uomo, ma non quelli rivolti a me come padre. Farò tutto ciò che la legge permette per vedere la mia piccola, deve sapere che il suo papà la ama e per lei c’è e ci sarà sempre. P. s.: Abbiamo un avvocato/giudice dall’altra parte. Che vergogna!”.