Vent’anni dopo la sua partecipazione al Grande Fratello, Tommy Vee, al secolo Tommaso Vianello, ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica. “Oggi non rifarei mai il Grande Fratello e non lo consiglierei a mia figlia”, ha detto il dj veneziano figlio di commercianti ambulanti di Cannareggio.

Vive a Venezia in un attico sopra il ponte delle Guglie, continua a fare musica e, nel frattempo, è diventato anche padre. “La prospettiva di vita vera l'ho trovata molto lontana dal mondo dello spettacolo. Ho messo su famiglia con Greta, una ragazza conosciuta dopo un battibecco sui social: viviamo con Penelope, la nostra bambina di due anni e mezzo, e con Bianca, quindicenne. Ora sì che sono felice”.

Tommy Vee uscì dalla Casa dopo 99 giorni, si qualificò quarto in quell'edizione, durante la quale inizio una relazione con Carolina Marconi. "La quarta fu l'edizione del Gf più vista, un boom. Una volta, in centro a Roma, dovette intervenire la polizia per liberare me e Carolina dalla folla”, racconta con la consapevolezza di non rimpiangere quei tempi.

(Tommy Vee al Grande Fratello)

Quanto è durata l’onda lunga del reality? Tantissimo, almeno 7 anni. In quel periodo ho annullato la mia vita. Affetti e rapporti personali, tutto a scartamento ridotto. Sentivo che non era ciò che volevo ma mi sembrava come sbattere la porta in faccia alla fortuna a non cavalcare l'onda".

Facevo foto, video, canzoni, programmi televisivi. Vivevo tra Milano, Roma e Venezia. Avevo sempre cinque trolley pronti. Adrenalina ogni giorno […] Però, preferisco mille volte ora che mi fanno i complimenti per il mio lavoro. Ai tempi del Grande Fratello volevano le foto insieme a me ma non sapevano nemmeno cosa facessi".

Poi, Tommy parla della sua esperienza nella Casa di Cinecittà: “La casa è stata un'esperienza forte, non mi è piaciuta ma ne custodisco il bagaglio. Sento ancora Ascanio e Carolina ma ho mantenuto buoni rapporti con tutti. Non ho scheletri nell'armadio".

E ancora: “Se mia figlia volesse partecipare al Grande Fratello? E' una trashata, la tv del pianto non interessa più. E' una cosa vista e rivista. Forse le direi di concentrarsi di più sui social network, magari con performance in stile The Jackal. Non mi piacciono cose che non abbiano alla base uno studio.

Cosa custodisco di quell’esperienza? Sono contento di aver lavorato con Maurizio Costanzo. Mi volle a Buona Domenica. Lo incuriosì il fatto che quando facevo le pulizie nella casa del Grande Fratello canticchiavo Sinatra. Così, una volta uscito, mi contattò. Era curioso di sapere il motivo per cui piacevo. Non ero il solito coatto romano: ero veneto, dj, cattolico, veneziano".