“Volano farfalle…” così cantava Sangiovanni, ex allievo della scuola di Amici di Maria de Filippi, all’ultimo Festival di Sanremo. Ma in questo caso, più che altro, sembra che volino insulti.
Il cantante vicentino ha da sempre abituato il suo pubblico ad una versione calma e serafica di se stesso. Sempre tranquillo e pacato, l'artista è sempre apparso educato e rispettoso in tutte le circostanze in cui si è esibito.
Questa volta però Sangiovanni, al secolo Giovanni Pietro Damian, è letteralmente sbottato.
La questione è nata da un articolo che un giornalista ha pubblicato sul Corriere del Ticino all’indomani dell’esibizione di Sangiovanni a Castelgrande di Bellinzona, in Svizzera, in occasione del Festival Castle On Air.
Già dal titolo dell’articolo, “Tutti gli inganni di Sangiovanni”, si può comprendere il tenore del pezzo: il giornalista ha sottolineato il ritardo con cui Sangiovanni si è presentato sul palco, esibendosi oltretutto in maniera svogliata, senza particolare tecnica vocale.
Apriti cielo! Anche il tranquillo Sangiovanni non ci ha visto più ed ha replicato con parole molto dure alle accuse del giornalista.
Le parole di Sangiovanni in risposta agli attacchi
Sangiovanni ha affidato un lungo sfogo in risposta alle accuse del giornalista del Corriere del Ticino, scrivendo un lungo post nelle sue stories di Instagram.
Queste le parole del cantante: “Caro giornalista, il tuo articolo in rima con il mio nome non fa ridere a nessuno. Mi stava cadendo il palco a causa del vento forte, ho dovuto fermare il concerto per far mettere al service due cavi di acciaio e tenerlo su. Mi si è spento un microfono dal nulla, l’ho cambiato e non arrivava il segnale per cui cantavo senza sentire nulla, ne ho preso un terzo e ho continuato. Per altro non stavo bene fisicamente ma non voglio usare nulla come scusa. Ho finito il mio concerto e ho provato a dare il meglio di me lo stesso per far vivere una bella serata alle persone che avevano pagato il biglietto, ho portato avanti il mio lavoro al meglio. Al contrario tuo che hai scritto di tutto pur di infangare quello per cui vivo, commentando inoltre scelte artistiche che non c’entrano nulla con quello che è successo. Scrivo tutto ciò per ringraziare le persone che mi hanno difeso e che si sono divertite. Odio il giornalismo non oggettivo quando si parla di articoli informativi. Non dite che il mio live è stato una merda e basta. Non denigrate la mia arte. Non dite che le mie sono solo canzoncine per adolescenti o per bambini. Ho fatto ballare e cantare piccoli che hanno una vita meno fortunata della nostra e ne vado fiero. Sì, con le canzoncine. Come le chiami tu. O Voi. La gente lo capisce, e lo riconosce, la gente sa da che parte stare”.