“Cammina con una corda nella tasca della giacca e va a caccia di gatti adulti”. E’ la denuncia che è pervenuta in redazione da parte di alcuni lettori e riferita ad un uomo anziano visto in azione a via dei Mille che trascinava un gatto randagio con una corda legata al collo.
“Appena ho visto la scena – afferma una signora intenta a fare la spesa in un negozio di via dei Mille – mi sono avventata sul signore che ha lasciato scappare il gatto e si è allontanato frettolosamente. Ora spero che attraverso la videocamera di qualche negozio o con quelle installate dal Comune si possa riuscire a risalire all’identità della persona”.
Ma quale sarebbe il motivo di questo gesto? “Sicuramente non quello di accudire il gatto – afferma Gianna di un’associazione animalista di Torre Annunziata -. Chi vuole adottare un gatto generalmente lo prende quando è ancora piccolo. Le intenzioni di questo signore, di cui già abbiamo sentito parlare in passato, sicuramente non sono delle migliori”.
Anche se Gianna non lo dice espressamente dietro questo insano gesto potrebbe celarsi un commercio di pelli di gatto. In Italia si sta indagando da mesi, tra mille difficoltà, su alcune aziende produttrici e di intermediazione in Lombardia, Veneto, Toscana, Liguria, Piemonte, Abruzzo, Trentino-Alto-Adige e Sicilia, sospettate di importare pelli di cani e di gatti. Questo squallido commercio è reso possibile da un sistema di etichettatura approssimativo e ingannevole per i consumatori, che possono acquistare capi con etichette generiche come per esempio: "dougue du chine, Asian wolf, wild cat, mountain cat, o più semplicemente special skin", dietro le quali si nascondono massacri di cani e gatti.
Due anni di indagini condotte dall'associazione americana "Humane Society of the United States" hanno portato alla scoperta di un macabro segreto: la brutale uccisione di cani e di gatti per confezionare pellicce e finiture in pelle.