Questa Nazionale ha proprio una bella testa, torrese ovviamente. In napoletano verrebbe meglio, ma restiamo sull’idioma nazionale, anche per non essere accusati di provincialismo. Il riferimento è a Ciro Immobile, sempre più protagonista nonostante accanto a lui sia esploso Andrea Belotti, un talento bergamasco che per tutto lo scorso campionato il nostro campione aveva coccolato nel Torino come un fratellino, fino a trasformarlo da promessa a splendida realtà. Ma è stata la maturazione di Ciro ad essere eccezionale, ci riflettevo ammirandolo martedì sera dalla tribuna di San Siro: per me è raro assistere a una partita da spettatore, di solito mentre gli altri giocano, io faccio mille cose che mi costringono a dividere l’attenzione dal piacere. Ciro era in campo contro la Germania campione del mondo, contro i tedeschi che direttamente o indirettamente gli hanno procurato la grande delusione di Dortmund, quando scoprì quanto difficile fosse inserirsi in un campionato, la Bundesliga, lontanissimo dalla nostra serie A; c’erano tutte le condizioni per scendere sul prato di Milano quasi bloccato dai pensieri.
Invece, eccolo, trascinare l’attacco, compreso Belotti, sfiorare il gol, meritare il rispetto degli avversari: in una parola essere primattore, come senza fatica compresi fin dal primo incontro, una sera d’estate durante un ritiro della Juventus. Tra le ragioni di questa tranquillità c’è anche l’origine, la nostra origine: chi è nato qui, impara subito a dissacrare, a smitizzare. Vi consiglio di provare per credere: sul profilo Instagram di Ciro e Jessica Immobile scoprirete un tipo davvero speciale che ama prendersi sul serio ma non troppo, esattamente come noi.
Nei giorni che hanno preceduto l’amichevole con la nazionale tedesca ha fatto arrivare a Milanello (dove l’Italia si preparava) il suo acconciatore di fiducia, Paolo Forestiero, per rifare il look tricologico degli azzurri. Un modo per rompere la monotonia di un prepartita, come era già accaduto a Coverciano a maggio: allora stavano preparandosi all’Europeo che fu un po’ la chiusura dell’era Conte; stavolta siamo ai primi passi di una nuova gestione, affidata al senatore Ventura; ieri come oggi a far da galvanizzatore c’è Ciro Immobile, a ventisette anni quasi un veterano della maglia azzurra. La numero 11 diventerà cult, è solo questione di tempo. Per la sua gloria, per il nostro orgoglio.
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