Più che un lamento, è un atto d’accusa. Forte, fortissimo, davanti al quale nessuno di noi può sentirsi non coinvolto. Il grido di dolore lanciato dall’assessore Raiola ci fa arrossire, come collettività più che come singoli: è impossibile garantire l’ordinaria manutenzione del bene pubblico, questa la sostanza dello sfogo consegnato da chi prova invano a star dietro a teppisti in servizio permanente o di complemento.
La lotta è impari, l’intera area dei giardinetti, la Villa Comunale, è costantemente sfregiata: la grande fontana usata come vasca per lavare uomini e bestie, le fontanelle distribuite lungo i marciapiedi per garantire un po’ di refrigerio messe fuori uso dalle abluzioni post spiaggia e così via, secondo un campionario di inciviltà grandi e piccole, soprattutto impossibili da combattere. A meno che non scenda in campo un esercito di educatori, ipotesi al momento non prevista, né prevedibile.
Lo scempio diventa irreversibile, i segni di distruzione prevarranno sugli esempi di meritoria ricostruzione, la fuga da Torre ricomincerà, proprio come negli anni che ci hanno visto peregrinare per altre ville comunali, meno belle, ma meglio tenute. È stato il nostro destino per decenni: gli stessi che giocando sul campo di casa danno pessimi esempio di educazione e di rispetto civile, lontano da qui diventano agnellini, impietriti davanti al primo rimprovero di un vigile di paese.
Che fare, allora? Io credo che nulla possa come l’esempio. Basta non cedere alla minima tentazione, magari anche contestare un comportamento, senza temere reazioni inurbane. Ricordatevi che siamo maggioranza, che gli incivili, come i violenti, come i delinquenti sono la minoranza, anche quando a volte l’impressione è opposta. Soprattutto occorre restare sulla strada, evitando di rintanarsi in casa. È la scelta peggiore, fatta per troppo tempo, con il risultato di consegnare la città alla parte peggiore che non può rappresentarci.
A Torre si può vivere davvero bene, meglio che altrove. La trasformazione positiva che la città ha subito negli ultimi anni è una ricchezza che va amministrata, non dissipata. Assecondando anche sfoghi come quello dell’assessore Raiola, senza liquidarlo frettolosamente. Quelli che amano Torre devo essere tutti dalla stessa parte: chiamatelo pure esercito della salvezza, ma arruoliamoci e salviamo questa città. Conviene prima di tutto a noi cittadini.
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