Che cosa c’entra Parigi con Torre Annunziata? Nulla, o almeno solo io, torrese con il chiodo fisso.
Ero distrattamene seduto al tavolo di una brasserie, luogo comune anche nell’immaginario quando si parla di quella splendida capitale; caffè lunghissimo servito da un ragazzo di Avellino (altro luogo comunissimo) e chiacchiere un po’ banali su come sia difficile reinventarsi una vita normale in una città presidiata a ogni angolo da militari che non staccano mai le mani da un mitra; immagini che, anziché rassicurarci, angosciano noi estranei alla guerra che si combatte intorno. Una foto che occhieggia da una pagina di Le Monde distrae verso altri pensieri, quelli del chiodo fisso, appunto. E’ ritratta un’ordinatissima spiaggia, spettralmente deserta: è Sharm, Egitto, meta un tempo accessibile per viaggi di nozze e vacanze possibili. A Pasqua le presenze sono crollate e – si leggeva sul giornale – le previsioni per l’estate sono ancora peggiori. Colpa della paura che si è impadronita di molti, è un sentimento irrazionale, non arginabile con la ragione. Non mi sfiora qui l’idea di approfondire il tema del terrorismo, non sarei il commentatore più titolato, e ho già da combattere con le mie responsabilità in vista dei prossimi campionati europei di calcio (anche se neppure in questo il calcio c’entra molto).
Io ho pensato a Torre e alla notizia, quest’anno anticipata di molto, della balneabilità già ufficializzata per la prossima stagione estiva. Ho pensato alla nostra piccola fortuna di poter disporre di un’alternativa, di potercene restare qui, in questo guscio che troppe volte trascuriamo. Parlo a chi già ci vive e a chi ha scelto di lasciarla (oppure vi è stato costretto). Vediamoci a casa, in luglio e agosto; siamo molti che già lo facciamo e l’esperienza personalmente non la giudico negativa. Tutt’altro.
L’area di mare possibile è stata addirittura allargata, fino a ricomprendere la zona al confine con Torre del Greco, anche se non ci sarà piena soddisfazione fin quando non sarà stata restituita ai torresi la Salera, una riserva di occasioni dorate sommersa sotto uno strato ignobile di rifiuti. Cominciamo a godere del tratto balneabile, riportato alla vita dopo 40 anni di sonno. Aspettiamo qualche novità, pure se quella più piacevole è stata rappresentata dalla proroga della mostra a Palazzo Comunale. Si chiude a fine anno, rinunciare all’opportunità di quest’altro tuffo nelle nostre radici sarebbe da folli. Dobbiamo essere noi i migliori promotori delle nostre bellezze.
Pensieri d’amore che solo Parigi può stimolare. Ma che si realizzano solo qui.