Non so se il nostro atavico bisogno di felicità urbana risulterà finalmente appagato con l’inaugurazione della Mostra sui Tesori di Oplonti, ma sicuramente ci sentiremo migliori. Perché noi stessi conosceremo meglio la nostra principale ricchezza culturale; perché riusciremo a trasmettere ad altri (a molti altri, speriamo) il valore di questo nostro patrimonio; perché finalmente saremo riusciti a dare una sede degna a tesori che già da decenni avrebbero meritato un museo permanente; perché avremo esaltato per una volta al massimo il senso di Oplonti: di quel che finora è venuto alla luce, di quello che - molto più che presumibilmente - ancora si nasconde sotto metri cubi di terreno. Una serie di ragioni tutte necessarie e sufficienti a testimoniare l’ecce-zionalità dell’appuntamento che originariamente avrebbe dovuto impreziosire prima la Festa Patronale del 22 ottobre e poi le vacanze natalizie. Chi ha fortemente voluto l’esposizione non fa più parte dell’Amministrazione Comunale: ho letto che Antonio Irlando dovrebbe far parte dello staff di Starita proprio per chiudere questa tormentata avventura, ma finora non ho trovato conferme. Arriveranno in extremis, rinunciare a una competenza così specifica non sarebbe un arric-chimento.
Comunque vada, sarà un successo attribuibile anche alla sua iniziativa. Saranno tre settimane da ricordare, proprio come cantava Bongusto che neppure i miei figli (giovani ma non giovanissimi) hanno mai sentito cantare. Solo tre settimane, fino al 31 marzo, e poi c’è il rischio che tutto finisca. La fine più brusca di un sogno a lungo cullato per un sonno durato pochissimo. Conclusione precipitosa di una vicenda costellata di ostacoli, imprevisti, colpi di scena quasi sempre al altissima pericolosità.
Cerco di riferire quello che mi è stato spiegato: tutto deve essere rendicontato entro marzo, limite temporale imposto al momento della concessione dei contributi grazie ai quali è stata possibile l’organizzazione della mostra. Sarebbe necessario un extra budget per pagare le spese successive: in pratica dovrebbero essere reperiti fondi per pagare la vigilanza notturna. Senza deroghe autorizzate, la chiusura sarà inevitabile.
Affrettatevi a visitarla, anche voi che state programmando un ritorno a casa per Pasqua: dal primo aprile, del domani non v’è certezza. Come da noi accade troppo spesso.