White, black, soprattutto grey: la tavolozza dei colori della burocrazia si limita a tre colori principali; inquieta soprattutto il grigio, la tinta dell’indefinito, del precario, del provvisorio, dell’eternamente in forse. È il nostro colore, il colore di Torre Annunziata: né carne né pesce, sempre appesi a un filo che a volte resta immobile per anni, a volte oscilla tra l’illusione del movimento e il successivo stop. In assoluto la gamma cromatica più lontana dalle sfumature che la Natura ha regalato ai paesaggi di terra, ai tramonti in mare o dalle nuances che anche il Vesuvio è capace di offrire.
E la cosa più triste è non potersela prendere con nessuno: la colpa è sempre di un altro, di una norma, di una circolare, di una prescrizione. Eppure non siamo sempre noi a dire che abbiamo bisogno di regole certe, di indirizzi dai quali non derogare? Anche la burocrazia dovrebbe avere un cuore, un’anima. L’effetto annuncio sui cantieri che avrebbero dovuto ridisegnare la città necessita così di nuove precisazioni, di dettagli che aiutino a spiegare ritardi altrimenti incomprensibili. E il sospetto che quei rallentamenti presto diventino paralisi si rafforza proprio in assenza di motivazioni logicamente credibili. Ma la logica non abita qui.
Si gioca intorno ai tre colori: bianco nero e grigio appunto. Gli appalti sono stati aggiudicati legittimamente a imprese inserite nella white list, l’elenco di ditte al di sopra di ogni dubbio; ma dei lavori sono stati subappaltati a imprese che in quell’elenco ancora non figurano, come non figurano alcuni fornitori: per loro è necessaria la certificazione antimafia e per rilasciarla occorrono tempi tecnici non brevissimi. Nella lista nera non dovrebbe esserci nessuno e questa è una certezza rassicurante.
Ecco, io ho capito questo dall’intervista rilasciata a TorreSette dal Sindaco Starita. Ma comprendo anche l’indignazione di chi proprio non riesce a capacitarsi di come la macchina della semplificazione abbia sempre il freno tirato. Non resta che aspettare: gli ultimi ostacoli prima o poi dovranno essere superati, o almeno aggirati. Ovviamente nel rispetto della legalità, punto fermo di ogni discorso. Per ora siamo fermi o quasi, guardando ai cantieri come fanno i pensionati ormai senza più occupazione quotidiana. Qualcosa si muove lungo la spiaggia grande: lì almeno gradiremmo molto che tornasse l’azzurro del mare pulito. Altri colori non sono ammessi.