Nelle grandi corse ciclistiche, quando mancano pochi chilometri al traguardo i corridori più forti cominciano a conquistare le posizioni strategiche: non è solo un atteggiamento tattico; chi non guadagna il posto giusto nella volata finale, resta irrimediabilmente dietro. E le possibilità di successo si annullano. A sedici mesi (più o meno) dalle elezioni comunali fissate per il 2017, le varie Amministrazioni si preparano allo sprint. Anche Torre Annunziata è sui pedali, pronta a lanciare l’ultimo sforzo, magari per rimontare qualche posizione. E con la metafora ciclistica ci fermiamo qui, è servita a spiegare l’attivismo di tutte le formazioni politiche torresi che appoggiano Starita, sindaco che per legge non può aspirare al terzo mandato consecutivo. Il suo diventa un impegno d’onore e d’amore: d’onore verso le promesse fatte e d’amore verso la sua città.
Il catalogo è noto: dalla sistemazione dell’area portuale (bretella compresa) alla riqualificazione del Penniniello, all’asilo nido; siamo nel mezzo del calendario dei grandi lavori, e l’agenda fissa altri appuntamenti che andranno rispettati. Il mare diventa centrale per tutti i piani di sviluppo, la rivalorizzazione della darsena potrebbe non essere solo un sogno o un miraggio; dopo l’entusiasmo nella riscoperta, sarebbe auspicabile una razionalizzazione nello sfruttamento della zona degli stabilimenti balneari. Insomma, il cantiere Torre avanza, ma siamo proprio nella fase dell’ultimo sforzo; se in breve tempo non si dovesse centrare l’obiettivo, torneremmo nel clima della campagna elettorale con quelle illusioni da fiera dei sogni che tante volte ci hanno poi deluso. Fuori dall’elenco e fuori dal calendario abbiamo tenuto Oplonti e la straordinaria ricchezza (soprattutto d’immagine) che il patrimonio archeologico nasconde. I lavori in corso della politica indicano Antonio Irlando come uno dei sacrificati nel rimpasto. Era stato indicato dai partiti, ma non era un’espressione diretta del sistema. Ha provato a organizzare una mostra-evento e ha dovuto divincolarsi dai tentacoli della burocrazia; ha cercato di spiegare Torre Annunziata a chi non la conosceva per ricevere consigli, stimoli e soluzioni; perderlo sarebbe un pessimo affare. Non è questione di poltrone, ma di competenze: cerchiamo di recuperarlo alla causa, evitando l’ennesima incompiuta. Soprattutto ora che il traguardo s’avvicina.