È triste, molto triste che il sindaco legga “l’arroganza di chi non conosce o non riconosce le leggi dello Stato” sulla faccia di quel sedicenne fermato alla guida del maxi-scooter con un colpo in canna. Neppure somiglia a una dichiarazione di resa: il fermo è avvenuto nel dedalo del rione Carceri, territorio che più volte ci si è illusi di aver riconquistato. Piuttosto è la prima riflessione personale del nuovo anno, consegnata da Giosuè Starita ai concittadini perché diventi collettiva, un esame di coscienza che permetta di costruire presto un futuro diverso.
In quegli occhi, nelle pieghe di un volto già incattivito all’indomani della fanciullezza, si leggono anche la nostra paura e l’allarme sociale per la convivenza con chi ha già disprezzo della vita. Si spiega la voglia di fuggire che muove altri ragazzi verso l’altrove, qualsiasi posto che sia soprattutto lontano da qui.
Che cosa abbiamo fatto perché a quel ragazzo di sedici anni non venisse neppure l’idea di infilare nella cintola dei pantaloni una pistola carica? Chi avrebbe dovuto inculcargli il rispetto per la legge? Possibile che dalla scuola (raramente e mal frequentata) non abbia mutuato alcun comandamento etico capace di superare i confini della prepotenza e della sopraffazione che finora hanno limitato il suo orizzonte? Poco o nulla è stato fatto, dice il sindaco Starita e si carica le colpe maggiori senza far sconti a nessuno. Non è un caso di tardo pentitismo, ma un segnale preciso di cambiamento che prova a lanciare, quasi un cambio pagina. La dichiarazione di principio da sola non basta, ma è un ottimo modo con cui far partire l’ultima stagione da capo del Governo cittadino.
Io, da torrese in fuga più o meno volontaria da trent’anni, non ho mai risolto questo senso di colpa che mi deriva dall’aver preferito il mio benessere personale a quello sociale della mia città. Anche io, come decine di migliaia di persone cresciute con me, con noi, sento di essere responsabile; soprattutto di omissioni: di cose che avrei voluto o potuto fare e che non ho fatto. Per egoismo o per distrazione poco importa. Per cambiare non è mai tardi, dal primo all’ultimo dei torresi.