A cura della Redazione
E´ il sogno irrealizzato (e forse irrealizzabile) di chiunque faccia questo mestiere: confezionare un giornale di buone notizie. Da noi è praticamente impossibile, siamo schiacciati da una quotidianità spesso drammatica; in questi giorni ci troviamo nel mezzo di un inverno che ci ha riservato persino le neve, condizione meteorologica alla quale non siamo abituati e ancor meno sappiamo fronteggiare. Eppure in questo numero di TorreSette per una volta ci proviamo: E´ vero, spesso líeffetto annuncio si risolve in un nulla di fatto, altre volte si trasforma in delusione per la mancata realizzazione di opere che parevano già realizzate. Ma ci si chiede di scommettere su eventi tuttíaltro che impossibili da verificarsi: sfruttare dei bandi che concedono finanziamento per il rinnovamento di apparecchiature da lavoro equivale allíinvito a riempire di carburante serbatoi ormai vuoti. Così come apre una via alla speranza il poter registrare un poí di ottimismo nelle dichiarazioni di Nicola Vitiello il direttore dellíospedale di zona: in campo era una mezzala molto concreta che per la laurea in medicina rinunciÚ alle lusinghe del calcio professionistico; ora da dirigente sanitario prova a lanciare lungo e rivendica qualche primato di efficienza che di solito finisce sepolto sotto denunce di malasanità che (giustamente) fanno tanto rumore. Le cose da fare restano sempre tante, ma la messa in funzione della sala emodinamica è da iscrivere tra le buone notizie, quelle di rara lettura. Si può fare di più, anzi si deve, ma qui la palla ñ tanto per usare uníimmagine cara allíex mezzala Vitiello ñ passa agli altri, a chi dovrebbe assicurare una sanità uguale per tutti e invece pensa a tagliare il non più tagliabile. La consolazione è che le buone notizie possono arrivare anche qui. Dove le cose buone possono essere realizzate. E qui aggiungo una precisazione che vuole spazzar via un equivoco che posso aver generato sullíultimo numero di questo giornale quando ho invitato a onorare la memoria di Filippo Alison, evitando generici premi a loro intitolati. Tra questi non ho mai pensato di includere ìCortodinoî, rassegna-concorso nel nome di Dino De Laurentiis per giovani registi di talento, esaminati da una giuria accreditata. Se avessi creduto il contrario, avrei fatto nomi e cognomi. Sono invece felice che líiniziativa potrebbe essere estesa ai nuovi sceneggiatori, istituendo un riconoscimento dedicato a Maria Orsini Natale. Aspettiamo notizie su Alison, finora ricordato solo con un assordante silenzio.
MASSIMO CORCIONE