A cura della Redazione
I tempi della politica sono sempre più lontani dal mondo reale. Sono trascorse tre settimane dal voto amministrativo che ha fatto cambiar titolare alla presidenza della regione Campania e siamo ancora allanalisi del voto. Che poi è una formula per nascondere una crisi interna, lennesima in una una coalizione in perenne trasformazione, a Torre più che nel resto dItalia. Ci sono dei rituali che appartengono a un mondo che non conosco, che non ho mai frequentato, ma che fatico a comprendere. Senza ricorrere ad altri slogan ormai abusati (quante volte abbiamo sentito negli ultimi mesi esaltare larte del fare?), credo che servano più fatti che parole.
Fatti come quelli che continuano a produrre polizia e carabinieri: lopera di demolizione dellorganizzazione camorristica è sistematica, siamo passati a colpire le ultime generazioni di boss, si sono scoperte alleanze che solo la disperazione può aver prodotto, ma che rivelano la volontà di attrezzarsi nelleterna lotta che questi signori del male hanno ingaggiato con lo Stato. Ai disertori dellesercito del crimine bisogna offrire unalternativa, convincerli che esiste unaltra vita. E la ricerca di queste occasioni dovrebbe essere la principale analisi cui dedicarsi.
Un esempio? Siamo a due mesi dallestate e la grande emergenza anche questanno non verrà risolta. Il mare resterà ufficialmente vietato, noi continueremo a infrangere il divieto e sempre parleremo delle occasioni perdute, delle opportunità non sfruttate
Unaltra litania, insomma. Contro questa ingiustizia, perché è ingiusto vedere il mare e non poterlo frequentare, nessuna mobilitazione è mai stata organizzata. Parlo di una mobilitazione popolare, a essere espropriati del diritto sono tutti i cittadini. E questa unemergenza, una delle tante, che dovrebbe vedere tutti riuniti per trovare una soluzione, per chiedere che venga restituito un bene inutilizzabile da trentasette anni: metà della popolazione attualmente residente a Torre Annunziata non ha mai vissuto unestate con il nostro litorale balneabile. A questa metà del popolo che senso ha raccontare dei bei tempi di una volta, del Lido Azzurro frequentato da Totò e Mina, da Silvana Mangano e Rita Pavone? Non voglio cancellare il passato, ne sono geloso cultore e, ahimè, ormai testimone, ma non si vive di nostalgia. E questa più che unanalisi è una constatazione.
MASSIMO CORCIONE