A cura della Redazione
Se fosse mai esistita una macchina che legge il pensiero, sarebbe stato utile applicarla alla testa di Bersani il giorno della sua missione torrese. Scoprire leffetto che fa una passeggiata tra le strade del Quadrilatero sarebbe stato illuminante. Invece dobbiamo fermarci allapparenza, alla superficie pavimentata con dichiarazioni ufficiali che sanno tanto di lezioncina mandata giù a memoria per loccasione: la zona franca come occasione di sviluppo possibile, il lavoro come esigenza insopprimibile, la lotta alla criminalità come momento necessario del passaggio verso il futuro. Possiamo ancora accontentarci delle parole? Non sto muovendo alcuna accusa a Bersani, assolutamente impotente rispetto alla nostra attuale condizione. Al governo ci sono gli altri, per ora impegnati a governare soprattutto gli equilibri interni, tra spinte separatiste a sud ed eresie finiane. Ma Bersani al governo cè stato e poco, pochissimo ha fatto per queste zone, semplicemente dimenticandole, cancellandole dalla cartina e dalle agende. Il degrado di oggi ha radici antiche, troppo remote per individuare responsabilità nette non estensibili a diverse generazioni di politici. Ora stiamo vivendo lennesimo rimpasto, una mischiata alle carte per vedere se il gioco finalmente riesce. Il garante resta lo stesso, Giosuè Starita, nel quale continuo a confidare, sicuro che sfrutterà tutte le energie positive per migliorare finalmente le cose.
Tornando alla visita di Bersani, se quella macchina fosse mai esistita avrebbe certamente consentito di leggere unindignazione per loltraggio che luomo (cioè noi tutti) ha fatto allambiente, mortificando un patrimonio che Madre Natura generosamente aveva elargito. Così come avrebbe voluto anche bacchettarci (tutti, senza distinzioni) per la rassegnazione continuata che ci ha condotto fin qui, a un punto di non ritorno o quasi. Ma quella macchina non esiste (purtroppo) e allora ecco il profluvio di parole. Non ci bastano più, chiunque sia a pronunciarle.
P.S. Credo di essere fortunato nel conoscere molti dei lettori di questa rubrica settimanale. Per me è unancora che mi tiene legato alla mia città, alla mia gente. Lunedì una di queste persone amiche, che sono anche punto di riferimento certo nel dialogo a distanza, ha chiuso la propria esistenza. Mi mancherà lincoraggiamento della signora Ebe Caso. La sua assenza peserà soprattutto ad Antonella, Paola e Gigi. Anche a loro le parole non bastano a colmare il vuoto.
MASSIMO CORCIONE