A cura della Redazione
La somma algebrica tra i nuovi posti di lavoro possibili e i quelli a fortissimo rischio fa zero. E il dato può solo peggiorare, tanto per sconfessare qualsiasi professione di ottimismo pregiudiziale sul futuro immediato di Torre Annunziata. Davanti a questa cruda realtà, difendersi non basta, occorre attaccare per cambiare un risultato che sarebbe fortemente penalizzante. Il pericolo è che i nuovi insediamenti, se e quando diventeranno realtà, richiedano una forza lavoro qualificata. E senza specializzazione, molti candidati potrebbero sentirsi rispondere: grazie, abbiamo bisogno di altri. Ecco perché diventa oggi fondamentale formare questi lavoratori in cerca di occupazione e rigenerare quanti un lavoro stanno per perderlo (se non lhanno già perso). E laltra faccia della crisi: proprio quando la richiesta di manodopera si contrae, si allarga quella di operatori perfettamente addestrati a funzioni particolari. Lo abbiamo già vissuto, qui a Torre Annunziata: la creazione di un polo nautico, là dove non cera una tradizione nel settore della cantieristica, ha visto sfumare molte occasioni. Ora la crisi è arrivata anche lì, prevedibile forse, ma non per questo meno grave. Lo ripeto, da soli non ce la possiamo fare. Il ruolo dello Stato in periodi difficili è centrale. Infrastrutture e formazione solo le due carte da giocare sul tavolo della recessione. Altrimenti il blocco è totale e la risalita impossibile. Poi, la nostra condizione di liberati dallassedio camorristico, impone ancora maggiore attenzione: lidea diffusa fino a ieri del malaffare come unica alternativa al non lavoro va sostituita con un modello positivo, di sviluppo. Leggerete le parole consegnate dal Sindaco a Torresette: sono lesplicitazione di quella scala di priorità che lAmministrazione Comunale si è data. I progetti si basano su forme di finanziamento classiche, ma il salto nel futuro fuori della crisi (che comunque ci attanaglierà per i prossimi mesi) va programmato senza improvvisazione. Passando proprio attraverso la preparazione della classe più giovane. Da lontano percepisco leco di una voglia di rinnovamento e di partecipazione che raramente sè avvertita negli anni scorsi. E energia positiva che va convogliata nel senso giusto. Basterebbe già conoscere qualche dettaglio in più sulle occasioni che si presenteranno nei prossimi anni. Di chi avranno bisogno le aziende che dovrebbero insediarsi? Dalla risposta a questa domanda dipende il destino di chi nel mondo del lavoro punta a entrare per la prima volta e quello di chi tenta di evitare una drammatica, definitiva espulsione. Solo così il risultato potrà ancora cambiare, evitandoci unaltra sconfitta.
MASSIMO CORCIONE