A cura della Redazione
Se lo dice lui... Se lo dice il presidente della Repubblica che il Sud deve fare autocritica, deve porre rimedio alle proprie inefficienze, deve trovare al proprio interno la forza per reagire, se lo dice un meridionalista convinto, un politico di lunghissimo corso, un napoletano legatissimo alle proprie origini, allora bisogna riflettere, senza fermarsi. Le esternazioni del Capo dello Stato nellultimo soggiorno a Napoli sono state pietre lanciate contro la tendenza alla commiserazione, la tentazione di cedere al vittimismo che spesso prende tutti noi. E vero, lattenzione verso leterna questione meridionale sè pericolosamente abbassata, le continue spinte verso il federalismo rischiano di creare una frattura abissale tra Nord e Sud. Proprio Giorgio Napolitano ha denunciato cito testualmente - la durezza delle resistenze a un rilancio dellimpegno meridionalista. Tutte verità che non devono trasformarsi in alibi per chi combatte la battaglia sul campo, per gli amministratori, per noi cittadini. Non è stata uniniezione di pessimismo quella praticata dal Presidente, ma una sveglia suonata per tutti. Ci apprestiamo a vivere il Natale più stentato degli ultimi anni, i sintomi di crisi resistono a tutti gli antidoti, la polemica infuria e il rischio che il problema Sud finisca sotterrato, catalogato tra le grandi inefficienze locali, è fortissimo. A questo si riferiva Napolitano, allaria che tira, poco salubre per la nostra causa. E solo noi sappiamo, invece, quanto sia necessaria una sensibilizzazione diffusa su unemergenza che è nazionale, non confinata dietro la linea immaginaria che separa le due Italie.
Torre Annunziata è solo un esempio. Posti che vanno salvati, nuovi insediamenti che tardano, il sospetto che altre occasioni perdute stiano per aggiungersi al lungo elenco, ma anche lindifferibile esigenza di stimolare la diserzione dallesercito della malavita: ecco in ordine sparso le nostre priorità. Non si può cominciare la guerra per il lavoro da soli, senza lappoggio di un potere centrale che incoraggi le nuove iniziative. La Zona Franca è una di queste, ma da sola non può bastare; far nascere una vocazione per limprenditoria in una popolazione che da troppi anni affida le proprie speranze di lavoro al terziario è una scommessa da vincere con l
aiutino. Per ottenerlo non serve piangere, ma occorre agire. Ammettendo gli errori del passato ed evitando pericolose repliche. E il senso del messaggio lanciato dal Presidente di tutti gli italiani, ma soprattutto da un napoletano che non accetta più di vedere la propria gente mortificata da scelte scriteriate. Una ragione in più per cambiare. E se lo dice lui
MASSIMO CORCIONE