A cura della Redazione
Non si parla d’altro. Sui giornali è un profluvio di commenti e riflessioni, nelle discussioni da pausa caffè ha preso il posto delle polemiche post-scudetto, e quando capiti lì per caso, ti fanno sempre la stessa domanda: ma è proprio tutto vero quel che si vede in Gomorra? La rappresentazione che il film fa della nostra realtà quotidiana è impressionante, colpisce pure chi è nato qui e di queste storie è stato testimone più o meno diretto. E’ come guardarsi allo specchio e scoprire di avere un aspetto raccapricciante, segno del tempo che passa, ma anche della poca cura che abbiamo prestato a noi stessi. Davvero siamo così? Davvero siamo senza legge? Davvero siamo senza speranza? I cinque minuti di applausi strappati a Cannes non sono stati solo il riconoscimento per un lavoro artistico, ma un incoraggiamento a non mollare, a non lasciarsi sopraffare. Saviano già nel romanzo ci concede poche speranze, la diffusione della malattia è tanto profonda che estirpare completamente il cancro appare fatica impossibile. L’immagine aggiunge alle parole una sofferenza molto maggiore. Difficile rispondere alle domande, come spiegare che quelle sono scene di una sconfitta collettiva? Abbiamo perso tutti, cominciando dalla Stato: il film è una cronaca della resa, la bandiera bianca alzata davanti al nemico.
Davvero siamo così? No, forse, sì: la gamma delle risposte possibili comprende tutte le eventualità . Io aggiungo che, nell’incapacità di reagire, siamo anche peggio. Sottomessi, rassegnati a subire la legge del più forte che è soprattutto il più prepotente. Le connivenze, le complicità passive sono quelle il male autentico che ci impedisce di progredire. Considerare tutto scontato, ineluttabile, immutabile è il muro contro il quale sbattono tutte le speranze. Ma ho la certezza che da soli non riusciremo mai a vincere questa battaglia, le defezioni verso l’altro esercito ci ridurranno a un manipolo di illusi destinato a soccombere. Abbiamo un insopprimibile bisogno di Stato, di una presenza che rassicuri chi tutti i giorni combatte la battaglia, gestendo attività che altri vorrebbero fagocitare. Chi sa se anche i nuovi governanti hanno visto il film? Sono venuti a Napoli per il primo consiglio dei ministri e sono passati per il salotto buono. Visto da Piazza del Plebiscito, tutto è bello, ma basta spostarsi di qualche chilometro per vedere l’altra faccia, quella che noi conosciamo bene. Occorre che qualcuno la rappresenti a chi deve scegliere per noi. Può servire pure un film. A patto che non lo si consideri solo una finzione. Eccola la risposta che gli altri cercano da noi: è tutto vero. Ma può ancora cambiare.
MASSIM0O CORCIONE
DIRETTORE SKY SPORT